La passione per il vintage esplode a Pescara / Le foto

Accanto alle attività storiche spuntano nuovi negozi che ritirano pezzi dai privati e li propongono ai clienti

PESCARA. Lo chiamano vintage, e in città sta diventando una mania. Borse, cappotti e trench, abiti e foulard: tutti rigorosamente d’annata. Le firme dei grandi stilisti si mescolano a capi dallo stile militare, a gonne a ruota e occhiali oversize. A ben guardare si possono scovare pezzi unici con un’ottima manifattura: un abito di rafia cucito a mano che sembra arrivare direttamente dalle ultime sfilate francesi, o un tubino di enormi paillettes che riporta in auge i ruggenti anni ’80.

Ma se fino a qualche anno fa, il genere vintage era per una clientela di nicchia, perlopiù amante dell’arte della ricerca e della storia della moda, e comunque “fuori dagli schemi”, in tempi di crisi le cose sembrano cambiare, e accanto alle poche attività storiche in piedi dagli anni ’70 spuntano nuove realtà che vendono invece pezzi in conto vendita. Significa che chiunque è libero di portare le proprie cose, saranno poi i proprietari del negozio a giudicare il prodotto e a decidere se accettarlo o meno in base alla sua autenticità o alle esigenze della clientela.

«C’è chi porta nuovi pezzi e chi li acquista, in mezzo ci siamo noi che prendiamo una percentuale del ricavato», spiega Bianca Dulack, titolare, insieme alle amiche Marieke Marree e Trine Colombo, del negozio L’Armadio in via del Santuario. Sedie azzurre e tavoli vissuti, una romantica valigia piena di cappelli e guanti che ci riportano indietro nel tempo. Ma come nasce l’idea di aprire un negozio così? «Siamo tre socie, due olandesi e una danese, e dalle nostre parti il fenomeno del vintage esiste da più di vent’anni», dice, «tanto che quando torno ad Amsterdam vado sempre a comprare qualcosa per me. Così due anni fa abbiamo deciso di portare questa passione a Pescara, e non ce ne siamo affatto pentite. Le nostre clienti vengono a trovarci spesso, perché ogni giorno qui arrivano cose nuove». È così che accanto a pezzi che hanno una storia che affonda le radici in diversi decenni fa, appaiono cose più attuali, usate ma in buono stato. «Qui vengono ragazze di 16 anni come signore di 70», continua Bianca, «e escono con capi ad un prezzo competitivo e in buone condizioni: di questi tempi è un modo valido per rinnovare il guardaroba con stile e con pochi soldi».

C’è anche chi, come Santomo Vintage (nome inequivocabile), propone invece pezzi di magazzino appartenenti alle passate collezioni. Così si possono trovare a prezzi ribassati, modelli dei grandi marchi italiani ed esteri.

E poi c’è chi del vintage ha fatto la propria bandiera, come la storica Bottega delle Streghe, in corso Manthoné dal 1977. «Noi non compriamo da privati: il negozio è frutto di un’attenta ricerca di capi, tutti rigorosamente dagli anni ’50 agli ’80», spiega Silvana Ciccone, titolare dell’attività insieme alla socia Silvana Cop pa. Sugli stand che coprono le pareti, si possono ammirare pezzi che hanno fatto la storia del costume. Accanto alle borse Dior e Chanel, fa bella mostra di sé anche un vestito di Oleg Cassini, allievo di Giorgio de Chirico, costumista per la Paramount Pictures e sarto personale di celebrità come l’attrice Audrey Hepburn e la first lady Jacqueline Kennedy, per la quale disegnò più di 300 abiti. «Abbiamo anche abiti da sposa, molto ricercati da una clientela che viene da fuori per averli», continua Silavana, «e per far conoscere alle più giovani la nostra attività, il sabato rimaniamo aperti fino a mezzanotte e mezza».

E allora, prima di lasciarsi prendere dalla mania del vintage, vale la pena saperne di più. “Vintage” definisce la qualità e il valore di un oggetto prodotto almeno vent’anni fa, e che può essere riferito anche a secoli passati. Gli oggetti detti vintage sono considerati “di culto” per diverse ragioni: le qualità superiori con cui sono stati prodotti, se confrontati a produzioni precedenti o successive, o per motivi di cultura o costume. Il vocabolo discende dal francese antico “vendenge” (a sua volta derivante dal latino) che indica i vini d’annata di pregio.

©RIPRODUZIONE RISERVATA