Gianluca Tanda e Marco Foresta con il presidente Sergio Mattarella

LA LETTERA

"Lasciati soli senza un aiuto concreto"

Ecco la lettera del Comitato vittime di Rigopiano che Marco Foresta ha letto al presidente Mattarella

Presidente

essere qui al suo cospetto, a un anno dalla tragedia che ci ha tolto quanto avessimo di più importante, è per noi intravedere un piccolo lumicino all'interno di un tunnel tenebroso, in cui siamo entrati quel maledetto 18 gennaio e da cui non sappiamo se riusciremo ad uscire. Un anno fa eravamo lì in quell'ospedale dove siamo stati ammucchiati e lasciati soli in balìa delle notizie che arrivavano dall'esterno. Lì ci siamo conosciuti e insieme siamo riusciti a vivere in poco tempo tutte le emozioni che un uomo possa vivere, speranza, rassegnazione, gioia, disperazione, fino al giorno in cui tutti, chi prima chi dopo, siamo stati chiamati in quella stanza per avere la prova tangibile che la nostra vita era distrutta.
Da quel giorno il buio, tutte le belle parole e la vicinanza di coloro che ogni tanto venivano a darci delle notizie, improvvisamente, sono rimaste solo un eco. Spente le telecamere siamo stati completamente abbandonati da tutti, senza avere neanche il tempo di piangere, ci siamo trovati costretti a stringere i denti e a sbrigare quanto c’era da sbrigare per dare ai nostri cari una degna sepoltura. Da lì è cominciato il nostro secondo inferno, da lì è cominciata la nostra vera battaglia, contro l’indifferenza delle istituzioni, contro una burocrazia infernale che ci ha messi in ginocchio. Una battaglia che stiamo combattendo contando esclusivamente sulle nostre forze. Dall’oggi al domani ci siamo trovati a far fronte a successioni, doppie successioni, passaggi di proprietà, mutui, che ci hanno dissanguato, senza che nessuno abbia mai mostrato alcun segno vero di vicinanza.
Ci siamo trovati anche costretti a dover chiedere di sapere la verità, perché in questo paese non è scontato neanche questo. Abbiamo avuto incontri con i comitati vittime di altre grandi tragedie. Essi ci hanno messo in guardia sulle mille difficoltà che incontreremo durante il nostro cammino, ci hanno fatto capire come in questo paese, in cui la verità e la giustizia dovrebbero essere un nostro diritto, sono invece quasi un privilegio che non a tutti è concesso ricevere.
Presidente, da Lei che sa cosa si prova in questi momenti, noi oggi siamo qui non per sentire le solite parole di cordoglio e vicinanza, ma per chiederLe di assumersi degli impegni concreti. Una richiesta ci preme farLe, per la strage di Viareggio è stata varata la cosiddetta “legge Viareggio” (106 del luglio 2010), partendo proprio dalla precedente legge Linate (103 del 2003). Poiché un evento come il nostro non può non essere considerato una strage, provocata dall’imprudenza umana, le chiediamo se Lei possa intercedere affinché il Parlamento metta all’ordine del giorno la modifica di tale legge per estenderne la valenza anche al nostro caso. Purtroppo le nostre possibilità difficilmente possono sostenere la battaglia per la verità che stiamo per affrontare, per questo Le chiediamo, come garante della Costituzione, di darci la possibilità di inseguire quello che è un nostro diritto.
Sperando che le nostre richieste possano essere accolte, La ringraziamo per quanto potrà fare per noi.
Comitato vittime di Rigopiano