Le analisi del depuratore: valori 20 volte oltre i limiti

Esaminati gli scarichi dell’impianto di via Raiale, il Forum dell’acqua dà l’allarme Lunedì il vertice in Regione per parlare della costruzione di una nuova struttura

PESCARA. Il depuratore di Pescara così non va. È da tempo che si parla di impianto in sovraccarico, ma ora ci sono le prove che confermano questa tesi. Le analisi condotte dall’Arta sulle acque di scarico provenienti dal depuratore di via Raiale hanno fatto registrare per ben due volte valori dei colibatteri 20 volte oltre i limiti stabiliti dalla legge.

Grave la situazione anche in altre zone della provincia di Pescara e del resto dell’Abruzzo, al punto che il Forum dei movimenti dell’acqua parla addirittura di disastro.

Le analisi sono state effettuate tra marzo e la fine di giugno scorsi, ma solo ora sono stati resi noti i risultati. I dati che riguardano l’impianto di Pescara sono quasi tutti negativi. Segno che la depurazione non avverrebbe in maniera completa e corretta. Questo potrebbe essere una delle cause dell’inquinamento del mare, ma non ci sono conferme al riguardo. Fatto sta che la Regione ha già convocato per lunedì prossimo 8 agosto un tavolo di lavoro per iniziare a discutere della possibilità di costruire un nuovo impianto più grande. I soldi ci sono, perché l’amministrazione regionale ha stanziato 147 milioni per il disinquinamento del fiume Aterno-Pescara.

Ma torniamo alle analisi, che hanno evidenziato la presenza di 100.000 unità di escherichia coli in centro millilitri d’acqua, contro il limite consigliato dalla legge di 5.000, sia nei prelievi del 7 aprile, che di quelli del 5 maggio scorso. Resta il fatto che già il 31 marzo di quest’anno, l’impresa Di Vincenzo che gestisce il depuratore di Pescara, durante una riunione, aveva fatto presente al Comune, alla Regione e all’Aca i gravi problemi dell’impianto costretto spesso a lavorare al massimo delle sue possibilità. «L’impianto può sopportare tale carico per un periodo limitato», si legge nel documento, «non è pensabile che possa trattare 3.750 metri cubi l’ora a tempo indeterminato, perché nel caso la portata giornaliera sarebbe di 90.000 metri cubi e non di 70.000». E poi ancora: «Portate superiori alla capacità dell’impianto ne inficiano la funzionalità e provocano l’effetto pistone, ovvero la parziale fuoriuscita del fango biologico rischiando di compromettere la funzionalità del processo depurativo per le successive settimane e di provocare, inoltre, danni alle apparecchiature installate e all’ambiente circostante con scarichi che potrebbero non rispettare i limiti di legge».

Ma anche nel resto dell’Abruzzo la situazione dei depuratori appare drammatica. «Dovremmo iniziare a parlare di disastro», dice Augusto De Sanctis del Forum dell’acqua, «i depuratori dei tre capoluoghi mostrano dati sconfortanti». Non va meglio nel resto della provincia di Pescara. «Spiccano Loreto Aprutino e Pianella», evidenzia il Forum, «entrambi con 1.500.000 unità di escherichia coli per cento millilitri d’acqua. Seguiti da Popoli con ben due prelievi che raggiungono la cifra di 1.200.000 e 1.000.000 di unità. Sopra il limite dei 5.000 anche Alanno, Cappelle, Collecorvino, Lettomanoppello e Manoppello». Il Forum apre in proposito una polemica contro la Regione e il progetto del gruppo Toto per un potenziamento delle autostrade. «Si pensa a strade faraoniche, quando l’Abruzzo è...nella fogna», conclude con sarcasmo il movimento.

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