Sassi di fiume e canne di bambù nell'installazione di Friedman a Rosacesta

Loreto protagonista  dell’arte visionaria di Yona Friedman  

A Rosacesta l’installazione dell’artista franco-ungherese. Mario Pieroni: l’opera contribuisce a promuovere l’Abruzzo

LORETO APRUTINO . «Una coincidenza incredibile. L’anno scorso, l’installazione di Yona Friedman è stata lo sfondo della partenza del Giro d’Italia ad Alghero, quest’anno l’installazione No Man’s Land è contestualizzata nel paesaggio vestino con le montagne innevate e squarci di sole, come nei dipinti dei grandi maestri dell’arte italiana. Un’emozione». Così Mario Pieroni, infaticabile promotore di iniziative di arte contemporanea con l’associazione Zerynthia che mette in rete internazionale anche l’Abruzzo.
Pieroni si dice entusiasta dell’interazione tra paesaggio e installazioni dell’ultranovantenne architetto franco-ungherese.
«L’installazione permanente di Friedman in contrada Rotacesta, porta attenzione sulla bellezza del paesaggio vestino. L’opera rappresenta un motivo di unicità per l’Abruzzo e contribuisce a promuovere il territorio», dichiara Pieroni, originario del luogo. Dal progetto No man's Land (terra di nessuno, terra di tutti) si è costituita a Loreto Aprutino l’omonima fondazione presieduta da Pieroni e di cui Friedman è presidente onorario nonché ispiratore «per la sua teoria dell'architettura mobile, pensata e realizzata per e con la gente». E’ quanto si racconta nel libro d'artista "No Man's Land" di Yona Friedman pubblicato in mille esemplari numerati da Di Paolo Edizioni (Pescara). Si tratta della più grande installazione site-specific mai realizzata dal visionario architetto nato a Budapest, insieme all'artista Jean-Baptiste Decavèle. Su due ettari nel cuore della campagna vestina, un grande arazzo naturale fatto di sassi bianchi di fiume e mille canne di bambù, e un dizionario immaginario inciso su oltre duecento alberi di noce. Sul prato un ricamo dal sapore preistorico, realizzato da studenti dell'Accademia di belle arti di Roma, facoltà di Architettura di Pescara e scuole d'arte del territorio, con il supporto della Fondazione Aria. Con l’idea, si legge, di essere dentro l'arte, entrarci dentro e sperimentare le molte possibilità di visione offerte dalla struttura reticolare. No Man's Land come espressione di libertà, «forse il primo passo per reinventare l'umanità».
Bellezza ideale nella bellezza del paesaggio, ora rivalutato con l’esperienza della Corsa rosa, il Giro d’Italia, «metafora del Progetto Paese», sottolinea l’Istituto nazionale di urbanistica. «Mantenendo forte la dimensione Paese, il Giro valorizza i sistemi locali attraverso emozioni epiche. È un mezzo di comunicazione di massa che racconta la rete dei paesaggi, rafforza qualità e identità dei luoghi, amplifica e promuove l'uso della mobilità dolce quale mezzo per vivere l'ambiente. Collegando territori, città, sport, cultura, tradizione, arte, storia, valorizza le eccellenze».