Ma lui trema davanti al giudice

In preda allo choc non riesce a parlare. Il difensore chiede di mandarlo a casa

CHIETI. «In queste condizioni non riesco a parlare». Visibilmente scosso, in preda al tremore, tanto da non riuscire neanche a scrivere normalmente la propria firma, Riccardo Furgiuele, non ha risposto alle domande del giudice per le indagini preliminari Antonella Redaelli. Si è svolto ieri mattina, nel penitenziario di Madonna del Freddo a Chieti, l’interrogatorio di garanzia dell’allenatore di baseball di 51 anni di San Giovanni Teatino, accusato di violenza sessuale a danno di minori. L’interrogatorio è iniziato dieci minuti dopo le ore10, quando il gip ha varcato la soglia del carcere. Venti minuti dopo era già uscito. L’allenatore non era riuscito a dire nulla. Assistito dal suo avvocato, Luigi Antonangeli (nella foto), è stato in grado di parlare solo a fatica. Ha risposto dopo alcuni momenti di silenzio persino alle domande di rito che riguardavano le sue generalità e il lavoro. Alla fine è riuscito a dire soltanto che non era nelle condizioni di poter rispondere.

Al termine dell’interrogatorio, l’avvocato ha detto di averlo anche spronato a raccontare la sua versione dei fatti ma lui avrebbe detto solo che le cose «non sono andate così». Non riuscendo, però, a specificare null’altro.

Antonangeli ha anche presentato istanza per i domiciliari in sostituzione del carcere: «A mio avviso i domiciliari soddisfano ugualmente le esigenze cautelari», ha detto, «visto che tra l'altro gli hanno sequestrato tutti gli apparati di comunicazione, telefonini, computer ecc., non avrebbe modo né di reiterare il reato né di inquinare le prove». Secondo il difensore i domiciliari potrebbe aiutare il suo assistito ad uscire da questo difficile momento. In caso contrario, il legale dice di aver pensato anche a richiedere l’aiuto di uno psicologo. «Essendo ancora in completo stato di choc», aggiunge Antonangeli, «al momento è anche difficile approntare una completa strategia difensiva. Molto probabilmente la procura farà richiesta di un incidente probatorio che riguarderà l'acquisizione delle notizie che vengono dai minori. E non è detto che la stessa richiesta non possiamo avanzarla anche noi. Ma adesso è davvero troppo presto ipotizzare una strategia. A mio avviso è ora importante lasciare un minimo di tempo al mio assistito per tornare padrone delle sue facoltà».

Arianna Iannotti