PESCARA

Maggitti: bici rimosse, multe a oltranza per educare i cittadini 

Il comandante della polizia municipale interviene dopo le polemiche per le rimozioni e le sanzioni sulla Riviera: «I ciclisti devono rispettare le regole. Non si può fare di tutto solo perché non s’inquina»

PESCARA. La rimozione di 18 biciclette parcheggiate sulle aiuole del lungomare Matteotti diventa un caso politico. Forza Italia annuncia che domani presenterà in consiglio comunale «un ordine del giorno urgente per chiedere l’immediato annullamento in autotutela di tutti i sequestri di bici, con relative sanzioni», con la speranza che su questo documento, dice Vincenzo D’Incecco, convergano anche gli altri gruppi consiliari. Intanto il comandante della polizia municipale, Carlo Maggitti, dice la sua sulle rimozioni di domenica scorsa e su quelle che seguiranno. «Stiamo dando esecuzione», spiega, «a un’ordinanza del sindaco finalizzata al contrasto del degrado e alla tutela dell’ambiente. Ricordo che le aiuole del lungomare nord sono state oggetto di un intervento di riqualificazione realizzato con soldi pubblici che rischiano di essere gettati all’aria, se le aiuole vengono danneggiate. E la presenza delle bici è segno di scarso senso civico».

Bici multate e rimosse a Pescara, le proteste dei ciclisti
Rabbia e proteste sulla riviera di Pescara dove sono entrati in azione i vigili urbani e gli operai dell'Attiva per multare e portare via le bici lasciate nelle aiuole. La scena è stata ripresa da un cittadino

Ma ci sono rastrelliere a sufficienza?
La necessità di parcheggi, non solo per le bici, è la base. Ci si deve attrezzare. Ma non è ammissibile che, in mancanza di parcheggi, ciascuno sia legittimato a fare quello che vuole. È come se percorrendo una strada rotta gli automobilisti andassero sulla corsia opposta, con tutti i rischi che ci sono.
Forse l’ordinanza sulla rimozione delle bici lasciate sulle aiuole della riviera e di quelle abbandonate non si conosce?
È stata resa nota e pubblicizzata, dopo l’emissione. Ed è bene dare risalto all’attività che stiamo facendo per far arrivare il messaggio ai cittadini che l’amministrazione non accetta questa forma di degrado. Pubblicizzando le rimozioni, forse la gente ci penserà due volte prima di attaccare il velocipede sull’aiuola.
Ci sono state molte polemiche, anche nei confronti della polizia municipale che avrebbe danneggiato delle bici.
Non mi interessano le polemiche. Per noi non è un piacere fare questa attività sotto il sole, a 40 gradi, sapendo che comporta dei contrasti. Se potessi, lo eviterei. Ma come si può pensare che un’aiuola diventi un parcheggio? E comunque, al di là del senso civico che non c’è, si dovrebbe essere informati e sapere cosa si rischia. Certo, è vero che si possono fare delle riflessioni sui pochi parcheggi ma questo non giustifica l’errore, cioè la bici sull’aiuola. Non mi risulta che siano stati verbalizzati dei danni e poi si dice di tutto pur di giustificare una violazione.

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Ma voi continuerete?
Certo, continueremo i controlli per l’applicazione dell’ordinanza. Lo dobbiamo fare perché il messaggio passa se si dà un certo indirizzo. Ed è bene che la sensibilizzazione passi anche attraverso il passaparola, o i gestori degli stabilimenti.
Come viene usata la bici in città?
L’uso della bici è da incentivare, a livello regionale. Ma questo non vuol dire che chi va in bici possa mettere a repentaglio l’incolumità dei pedoni. E mi riferisco, ad esempio, a chi va sulle due ruote sul marciapiedi. I diritti di chi si muove in bici vanno sì perseguiti (ad esempio con le rastrelliere), ma bisogna ricordarsi che anche i ciclisti devono rispettare le regole del Codice della strada, dai segnali all’uso del cellulare. Non è che si può fare di tutto solo perché non si inquina.
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