«Mancata bonifica, ministero responsabile» 

Bussi, il sindaco Lagatta contro i dirigenti del dicastero: «Contratti sottoscritti in grave ritardo»

BUSSI SUL TIRINO. Prova a fare chiarezza il sindaco di Bussi Salvatore Lagatta, sulla situazione di stallo in cui è incappato il procedimento per la bonifica delle aree 2A e 2B, sul quale si rincorrono una ridda di accuse e di attribuzioni di responsabilità che alla fine alimentano e inaspriscono il dibattito politico, senza che si possa giungere a concludere il lavoro portato avanti per anni. Perché al di là delle rivendicazioni politiche, ci sono i cittadini, che non hanno nessuna colpa, che attendono che lo Stato metta ordine e fine a una situazione che si trascina da anni, e che li vede penalizzati per i mancati investimenti promessi. Ci sono soldi pubblici che attendono di essere investiti per il miglioramento della qualità della vita a Bussi, dove c'è un ambiente ancora contaminato. Dunque la bonifica (2A e 2B) non parte poiché il Ministero dell'Ambiente non avrebbe ottemperato ai suoi impegni erogando i fondi (50 milioni) al consorzio Dec-Deme che ha vinto la gara d'appalto, soprattutto dopo che la dirigente del dicastero Luciana Distato, con una ricognizione del 20 dicembre scorso «ha paventato», afferma Lagatta «la revoca della gara affermando che, subito dopo l'aggiudicazione (12/2/2018), l'ex responsabile dell'ufficio ministeriale Laura D'Aprile ha lasciato il Ministero senza completare gli atti amministrativi. Nella sostanza», incalza Lagatta «la Distaso, scarica sulla D'Aprile la colpa della mancata firma con la ditta aggiudicataria. Ad entrambe è opportuno ricordare», prosegue «che il codice degli appalti prevede che entro 60 giorni dall'aggiudicazione vanno sottoscritti i contratti. Termini ampiamente trascorsi, tanto che l'atto di acquisto e stato sottoscritto il 24 maggio 2018, cioè 102 giorni dopo l'aggiudicazione della gara». Alla luce di tutto ciò, la retrocessione del consiglio comunale all'acquisto dei terreni, è solo «un atto politico forte finalizzato a costringere il ministero dell'Ambiente ad assumersi le proprie responsabilità», sottolinea il sindaco. Lagatta poi ricorda che le opere di messa in sicurezza competono a Edison (che dovrà pagare in danno) e non a Solvay, come previsto da una ordinanza della Provincia di Pescara, confermata da una sentenza del consiglio di Stato e avallato dal Ministero e che Solvay ha consegnato le chiavi della discarica al Comune lo scorso 27 luglio 2018, due mesi dopo il rogito notarile tra Comune e Solvay e un mese dopo la delibera provinciale. Resta il silenzio del Ministero dell'Ambiente sul caso, sebbene il ministro Sergio Costa, durante la campagna elettorale per le regionali, abbia assicurato che il Ministero «non resterà inerte di fronte alla situazione».