Il Pesce siluro e i pescatori dell'HotLake Fishing

Manoppello, preso il maxi Pesce siluro di 40 anni fa

Nel lago Hot Lake termina la leggenda: è lungo 2,70 metri, pesa 140 chili. E il destino ha voluto che lo tirasse su il figlio del pescatore che l'aveva immesso all'epoca. Gianni Santomo: l'ho lasciato andare nel suo habitat naturale, il fiume

MANOPPELLO. Brindano i pescatori del lago Hot Lake di Manoppello. Finalmente è stato preso il "Pesce siluro" che era stato immesso in quelle acque 40 anni fa. Si tratta di un pesce che ha nel frattempo raggiunto dimensioni quasi da record per la specie, la cui età media è di 60 anni. Le foto fanno impressione. Lunghezza 2,70 metri, peso 145 chili. "Chi l'ha tirato su non credeva ai suoi occhi", racconta Gianni Santomo, figura storica del commercio e della pallanuoto pescarese (è stato presidente della squadra che vinse tutto in Europa) che ha fondato e rivitalizzato il laghetto di Manoppello facendolo diventare Hot Lake Cable Park, punto di riferimento per l'attività sportiva del WakeBoard (surf guidato da una teleferica) meta di appassionati, atleti e campioni. "Il destino", spiega, "ha voluto che a prenderlo sia stato proprio il figlio del pescatore che 40 anni fa gettò nel lago quello che all'epoca era un piccolo pesce".

Il Pesce siluro lungo 2,70 metri e pesante 140 chili

Il Pesce siluro è spesso confuso per il suo aspetto con il Pesce gatto. Occhi piccoli, corpo cilindrico che si assottiglia e si comprime sempre di più verso la coda, bocca grande e larga con lunghe antenne ("barbigli") che lo aiutano nella ricerca di cibo. La livrea è chiara sul ventre, scura su fianchi e dorso. È privo di squame e totalmente coperto di muco.

Su Wilkipedia si legge che è originario dell'Asia orientale e che in Italia si è molto diffuso soprattutto nei bacini del Po e dell'Adige; più recentemente è stato introdotto nei fiumi Adda, Arno e Tevere: "Il suo habitat ideale è costituito da grandi fiumi, ma anche paludi, stagni, laghi, lanche, bracci morti e canali di bonifica. Si avvicina saltuariamente al mare, in prossimità delle foci dei grandi fiumi, ma non è ancora chiaro quanto possa spingersi all'interno di ambienti caratterizzati da acque salmastre. È una specie bentonica che quindi abita le zone più profonde, senza però disdegnare acque decisamente più basse, soprattutto durante la caccia. Ama nascondersi tra rami e fanghiglia, riposando durante la maggior parte della giornata. Col giungere delle tenebre inizia a nutrirsi, portandosi spesso nelle zone d'acqua più vicine alla superficie". E' tra i maggiori predatori delle acque interne ed è definito un pesce "infettante", mangia cioè tutti gli altri tipi di  pesci vivi e morti, vermi, larve e quant'altro possa trovare sul fondo. La sua arma principale sono i "barbigli", che gli consentono di individuare la preda al buio e in presenza di torbidità elevata. A dimostrazione di questo, tanti sono i pescatori che sottolineano l'elevato numero di catture realizzate quando i fiumi sono in piena. Non attacca l'uomo e non è assolutamente commestibile. E' anche per questo che quelli dell'Hot Lake Fishing si sono posti il problema di che cosa farne.

"Il nostro è un lago privato, in genere qui vengono pescate delle carpe", riprende Gianni Santomo, "ci siamo trovati nella scomoda posizione di essere consapevoli che qualsiasi decisione avessimo preso sarebbe stata di sicuro criticata. Se avessimo lasciato morire il "Siluro", qualche ambientalista ci avrebbe dato addosso; se l'avessimo rimesso nel laghetto, avremmo permesso che continuasse a "infestarlo" sempre di più a livello ittico e che la leggenda continuasse. Così, ho deciso in buona fede: l'ho caricato sul furgone e l'ho gettato nel fiume, nelle sue acque, lì dove può stare. Non l'ho ucciso". (a.mo.)