Mare sporco, il sindaco di Pescara prepara una memoria difensiva

Alessandrini: "Sulla questione dell’ordinanza sono stato già rassicurato". Ma affida l'incarico all’avvocato Di Girolamo

PESCARA. L’inchiesta sul mare sporco va avanti e, almeno per ora, non ci sarebbero indagati. Marco Alessandrini ha deciso di prepararsi nell’eventualità che i magistrati dovessero sentirlo nei prossimi giorni. Il sindaco si è già messo in contatto con uno degli avvocati più apprezzati e conosciuti del foro di Pescara, Vincenzo Di Girolamo, per avere un suo parere legale. «L’avvocato mi ha rassicurato», ha rivelato il primo cittadino. Ma, per ogni evenienza, Alessandrini ha chiesto a Di Girolamo di preparare una memoria difensiva da presentare in procura per spiegare con precisione cosa è accaduto nei giorni tra la fine di luglio e l’inizio di agosto, quando si è rotta una condotta fognaria in via Raiale con lo sversamento nel fiume e poi in mare di oltre 25 milioni di litri di liquami.

Il sindaco, nel documento, spiegherà perché ha deciso di non rendere pubblica l’ordinanza di divieto di balneazione all’altezza di via Balilla, nonostante i valori dei colibatteri nell’acqua erano alle stelle, nelle analisi dell’Arta rese note il primo agosto. Ma il primo cittadino, nelle interviste rilasciate sino ad oggi, si è sempre mostrato convinto di essere dalla parte della ragione. Quell’ordinanza è rimasta nel cassetto, perché il sindaco, prima di allarmare la popolazione con i divieti, voleva attendere i risultati delle analisi successive effettuate proprio il primo agosto e rese note il 3, in cui sono risultati valori nella norma.

Questa è stata la giustificazione del primo cittadino. Giustificazione che non ha affatto convinto i consiglieri di opposizione e nemmeno i numerosi cittadini che, in queste settimane, hanno segnalato casi di dermatiti e gastroenteriti causate, secondo i loro sospetti, dal mare inquinato.

Ci sono già una quarantina di bagnanti che si sono rivolti al pool di legali (Paride Orsini, Massimo Ritucci, Giancarlo Bigi,Francesco Tesoro) messo a disposizione dal comitato promotore della class action, organizzato da Paolo Leonetti, per richiedere i danni al Comune. Secondo i partiti di opposizione, il sindaco avrebbe esposto a presunti rischi i bagnanti non avvertendoli dell’inquinamento del mare e dello sversamento di un’enorme quantità di liquami dalla condotta rotta di via Raiale.

Insomma, la situazione resta incandescente. Tra i cittadini, ora, prevale la paura dell’acqua inquinata, nonostante le analisi all’altezza di via Balilla abbiano dato esito favorevole già da diverse settimane.

L’ultimo controllo risale al 18 agosto scorso, quando i tecnici dell’Arta hanno evidenziato, sempre nella zona antistante via Balilla, 137 unità di escherichia coli per cento millilitri d’acqua, contro il limite consentito dalla legge di 500 unità e 12 unità di enterococchi per cento millilitri d’acqua, contro il tetto massimo di 200. Ancora migliori i risultati all’altezza di via Mazzini, un altro punto trovato inquinato all’inizio della stagione balneare. Lì sono state evidenziate 20 unità di escherichia coli e una sola unità di enterococchi.

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