Mediaworld, sciopero in difesa del posto 

A San Giovanni Teatino e Città Sant’Angelo la protesta dei dipendenti preoccupati per i tagli a Milano e Grosseto

SAN GIOVANNI TEATINO. Hanno incrociato le braccia, ieri, per protestare contro i tagli di personale e l’annunciata chiusura di alcuni punti vendita meno redditizi, i lavoratori abruzzesi Mediaworld.
Promossa nell’ambito di una mobilitazione nazionale indetta dai sindacati confederali Filcam Cgil, Fisascat Cisl e Uil-Tcs, la manifestazione dei dipendenti dei negozi, che fanno parte del colosso Mediamarket, si è svolta davanti al megastore Mediaworld di via Piave, nel polo commerciale di Sambuceto. Hanno partecipato al sit-in un centinaio di lavoratori.
Un altro gruppo di magliette rosse, il colore aziendale indossato dai dipendenti, ha manifestato davanti all’Iper di Città Sant’Angelo, dove si trova il punto vendita del gruppo Mediaworld Pescara 1. Sono in totale quasi 300 i dipendenti Mediamarket in Abruzzo, in servizio nei negozi di Chieti Megalò, L’Aquila, Avezzano, Teramo e Colonnella, oltre che a Città Sant’Angelo e a Sambuceto.
A far scattare la protesta sindacale, l’annuncio dell’azienda della chiusura, che dovrebbe avvenire il 31 marzo, dei punti vendita di Grosseto e Milano Stazione Centrale; la cessazione definitiva del contratto di solidarietà il prossimo 30 aprile; il trasferimento della sede di Curno, in provincia di Bergamo, a Verano Brianza con riduzione dell’area vendita; l’eliminazione dal primo maggio della maggiorazione domenicale del 90%, riconoscendo il solo 30% previsto dal contratto nazionale collettivo di lavoro del settore.
Le perdite dichiarate si attesterebbero sui 17 milioni di euro. L'unica alternativa ai licenziamenti proposta da Mediamarket è il trasferimento dei lavoratori nei punti vendita in tutto il territorio. Quando i sindacati hanno chiesto all’azienda la lista dei negozi in deficit, in risposta hanno ottenuto un secco no. Dietro la crisi di Mediaworld, sito internet e negozi fisici, c’è il gigante mondiale del commercio on line Amazon che sta fagocitando la concorrenza in ogni parte del pianeta.
«In Mediaworld non hanno lavorato per investire nell’innovazione», spiega Lucio Cipollini, responsabile regionale Filcams Cgil, «hanno continuato a operare con un modello di vendita obsoleto, senza cercare quando avrebbero dovuto, cioè una decina di anni fa, di promuovere una riorganizzazione e una ristrutturazione per provare a fermare lo strapotere di Amazon. Adesso, all’improvviso Mediamarket annuncia un grave stato di crisi, senza spiegare nel dettaglio nemmeno che cosa intenda fare per trovare una soluzione. C’è in ballo il destino di 300 lavoratori in Abruzzo, 9mila in Italia, e delle loro famiglie».
Nei Mediaworld di tutta Italia, anche in Abruzzo, i rappresentanti sindacali ieri hanno monitorato le attività e l’organizzazione dei turni di lavoro all’interno dei punti vendita per verificare se fossero in atto condotte antisindacali.
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