Medicina sovraffollata a Pescara, pazienti in corridoio

I medici: troppi arrivi al pronto soccorso anche da città vicine

PESCARA. Medicina est, nuovo sovraffollamento nei corridoi. Ieri, in tarda mattinata, 13 letti erano appoggiati lungo i muri e, accanto ad ognuno c’era una selva di flebo, erogatori di ossigeno e sedie usate come tavolini per appoggiare abiti e borsoni. Il personale medico e infermieristico sfrecciava da una stanza all'altra di degenza, per un totale di 43 pazienti da seguire, molti dei quali ultrasessantenni, ricoverati dopo essere stati visitati in un pronto soccorso sempre più "sotto pressione" a causa di un costante aumento di utenti provenienti dai paesi vicini.

Il NurSind, sindacato delle professioni infermieristiche, per voce del segretario provinciale Antonio Argentini, rilancia l'allarme «sull'annoso problema del sovraffollamento di Medicina est che, insieme a Geriatria e Chirurgia Sud, rappresentano le maggiori criticità dell’ospedale di Pescara. Già dalle 19.30 di lunedì sembrava di trovarsi in un accampamento con 13 pazienti allocati sui letti nei corridoi e altri cinque appoggiati a pneumologia".

Il primario, Giancarlo Traisci, spiega che «il sovraffollamento del reparto è ricorrente, perché molti pazienti arrivano direttamente dal pronto soccorso, come accade per Geriatria mentre i reparti specialistici lavorano solo su prenotazione. Da noi i ricoverati hanno, al momento, fino a 70 anni e sono affetti da scompensi cardiaci, patologie vascolari o croniche come le crisi respiratorie che in questo periodo si moltiplicano a causa dell'alternanza delle temperature, e ci sono anche tossicodipendenti. Già stamani (ieri) stiamo provvedendo alle prime dimissioni. Cerchiamo di fare in fretta, per quanto possibile, per non alimentare il disagio dei pazienti in corridoio, ma dobbiamo tenere conto delle patologie da curare».

Ma la colpa del caos di chi è? «Difficile imputarla a qualcuno nello specifico», dice Traisci fotografando l'attualità. «Il pronto soccorso si trova a gestire una situazione complicata, con utenti che provengono anche da Montesilvano e Francavilla, soprattutto. Il numero dei posti letto si è ridotto, negli ultimi 15 anni, da 100 a 33, tra ala est e nord, e anche se ripristinassimo quei cento posti, non sarebbero mai sufficienti per coprire tutta la domanda. I pazienti vogliono risposte rapide ai problemi di salute e per questo saltano spesso i medici di famiglia o i distretti e vengono direttamente in ospedale». Quindi, la soluzione? «Credo che ci sia bisogno di un cambiamento prima culturale e poi strutturale con il potenziamento dei presidi territoriali».

Per il sindacalista Argentini, il carico di lavoro del personale è eccessivo: «I tre infermieri e due operatori sanitari del turno stanno lavorando in uno stato di confusione inaccettabile e pericoloso a causa delle forti tensioni derivanti da un carico di lavoro eccessivo, tale da ridurre la lucidità nell'attività assistenziale, con il rischio di errori e, poi, denunce dei familiari».

«L'organico», ribatte il primario, «è strutturato per l'assistenza a 33 pazienti e l'aumento del numero dei degenti può causare stress».

Per Argentini l’eccesso di ricoverati è da ricercare «nella cattiva abitudine dei malati di recarsi direttamente al pronto soccorso evitando file dai medici di famiglia, nel sottoutilizzo dei distretti e dell'assistenza territoriale che potrebbero, se potenziati, assicurare servizi dalle 8 alle 20; nella concentrazione di prestazioni sanitarie nell'ospedale di Pescara con la riduzione di prestazioni e ricoveri in altri presidi». Per il sindacalista, poi, il pronto soccorso «non riesce a fare da filtro e a bloccare i ricoveri».

La direzione sanitaria conferma che il pronto soccorso «è sotto pressione» ed elenca i numeri di un lavoro impressionante, ma «in linea con la tendenza nazionale»: 90 mila presenze l'anno (di cui 18 mila ricoveri) e 24 operatori, tra medici e infermieri, che accolgono una media di 200 persone al giorno con picchi di 300. Ogni medico visita due-tre persone l'ora per una media di una decina di persone controllate ogni ora. I posti letto hanno subito una contrazione negli ultimi sei anni (da 5 posti letto per mille abitanti a 3,7). I tempi di degenza, normalmente una settimana, si possono allungare anche a causa di patologie multiple di cui sono affetti i pazienti che spesso rifiutano di essere dirottati verso altri ospedali periferici. La domenica, poi, non si trova un posto in nessun ospedale abruzzese.

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