il caso

Montesilvano, dirigente licenziato per abusi sessuali

Il Comune manda via l'ingegner Di Donato dopo la denuncia di una donna: i carabinieri indagano su un episodio in municipio

MONTESILVANO. L’ingegnere Costantino Di Donato è stato licenziato in tronco per «giusta causa». Il dirigente comunale, che negli ultimi anni è stato protagonista di diversi contenziosi giudiziari contro il Comune trascinando sindaci in tribunale, non lavora più in municipio dal 4 giugno scorso. All’origine del licenziamento c’è una denuncia per presunti abusi sessuali: una donna avrebbe rivelato ai carabinieri di aver subito presunti abusi sessuali proprio nell’ufficio comunale dell’ingegnere. Sull’episodio, che sarebbe avvenuto all’inizio del 2016, indagano i carabinieri.

La notizia del licenziamento di Di Donato si è diffusa velocemente in Comune ma sono in pochi a sapere i dettagli. Tra questi il segretario generale Alfredo Luviner che, interpellato sull’accaduto, si è limitato a riassumere l’iter burocratico che ha portato al licenziamento dell’ingegnere: «Di fronte alla segnalazione di un episodio da parte dei vigili, sul quale non posso assolutamente entrare nei particolari», dice, «è stato avviato un procedimento disciplinare che non è stato portato però avanti da un ufficio comunale». Nei mesi scorsi, infatti, il consiglio comunale di Montesilvano ha deliberato l’adesione alla convenzione per la costituzione dell’Ufficio associato interprovinciale per la prevenzione e la risoluzione delle patologie del rapporto di lavoro del personale dipendente, che vede l’Unione dei Comuni della Bassa Romagna come ente capofila. «La dirigente dell’ufficio, Sylvia Kranz, dopo aver ricevuto la segnalazione da parte del Comune di Montesilvano», prosegue il segretario, «lo scorso 11 maggio è arrivata a palazzo di città dove, dopo aver visionato tutto il materiale, ha incontrato il dirigente alla presenza dell’avvocato. Lei ha fatto le sue contestazioni, lui le sue opposizioni. Poi sulla base di tutti gli elementi Kranz, come se fosse un giudice, ha detto che c’erano tutti i presupposti per procedere a un licenziamento per giusta causa. Il provvedimento è stato protocollato, seppure secretato per motivi di privacy, e notificato all’interessato che, dal 4 giugno, non è più dipendente di questo ente, perché si tratta di licenziamento immediato. Ovviamente il lavoratore ha diritto poi a presentare un ricorso, qualora lo ritenesse opportuno».

In attesa dell’assegnazione dell’incarico a un nuovo dirigente, i settori gestiti fino alla settimana scorsa da Di Donato, ossia Ingegneria territoriale e mobilità, saranno affidati ad interim allo stesso segretario comunale.

Intanto, parallelamente alla vicenda giudiziaria che ha portato al licenziamento del dirigente (ma l'accusa in tribunale è tutta da dimostrare), procede l’iter che vede l’ingegnere e il Comune darsi battaglia nelle aule dei tribunali per episodi avvenuti durante l’amministrazione Cordoma. Nei giorni scorsi la giunta Maragno ha dato il proprio disco verde alla costituzione in giudizio dell’ente davanti alla Corte di Cassazione: dopo aver vinto in primo grado e perso in appello, Di Donato si è rivolto alla Cassazione.

I fatti si riferiscono al 2007 quando Di Donato, dopo essere stato assegnato alla dirigenza del settore Lavori pubblici dal commissario prefettizio nel novembre del 2006, fu trasferito da Cordoma alla Protezione civile. Il dirigente, denunciando un presunto caso di sottodimensionamento, trascinò il Comune in tribunale. Nei mesi scorsi lo stesso dirigente ha presentato una richiesta di pignoramento del di 254 mila euro alla tesoreria dell’ente. Ma poi, in sede di appello, la sentenza di primo grado è stata ribaltata.

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