CITTA' SANT'ANGELO

Muore a 30 anni dopo un malore in casa 

La donna, badante originaria dell’Estonia, era stata soccorsa un’ora prima. Il pm ha disposto l’autopsia

CITTÀ SANT’ANGELO. È morta a casa, un’ora dopo essere stata visitata per un malore. Arresto cardiaco, hanno detto dopo, anche se ora dovrà essere l’autopsia a spiegare perché M.I., 30 anni, originaria dell’Estonia, si sia accasciata senza vita tra le braccia della madre disperata. Erano le 20,30 di domenica, quando il cuore della giovane donna arrivata in Italia alla ricerca di una vita migliore ha smesso di battere. Soltanto un’ora prima si era sentita male.
A chiamare i soccorsi è stato un vicino di casa, visto che il telefonino della madre non funzionava. Giunti nell’abitazione dove vivevano le due donne, i soccorritori hanno monitorato tutti i parametri vitali della giovane, che, secondo una prima ricostruzione dell’accaduto, non presentavano anomalie. Un’ora dopo la tragedia.
M.I., una ragazza solare e gentile era legatissima alla madre. In Italia lavorava come badante. Il suo sogno, però, era quello di poter fare ritorno al suo Paese, un giorno.
E così ogni mattina si alzava per andare al lavoro, sempre col sorriso sul volto, uno di quei sorrisi che riscaldano la giornata, spento per sempre da quello che per ora è stato catalogato come un arresto cardiocircolatorio.
Certo, la morte improvvisa di una donna di 30 anni pone molti interrogativi, soprattutto in considerazione del fatto che solo un’ora prima aveva chiesto aiuto per un malore. Sul caso è stato aperto un fascicolo da parte dell’autorità giudiziaria, che vuole chiarire le cause del decesso. Il pubblico ministero presso la Procura della Repubblica del tribunale di Pescara, Rosangela Di Stefano, ha disposto l’autopsia, che sarà effettuata durante la giornata di oggi a Chieti.
A svolgere l’accertamento saranno gli specialisti dell’istituto di Medicina legale dell’ospedale Santissima Annunziata. Resta da capire se quel malore per il quale erano stati chiamati i soccorsi, non rilevato dalle apparecchiature in dotazione all'équipe dell’emergenza sanitaria, possa aver rappresentato un campanello d’allarme sottovalutato, oppure se si sia trattato di un episodio del tutto scollegato.
La salma, su disposizione del magistrato, è stata trasferita all’obitorio dell’ospedale di Pescara, dal quale sarà trasportata all’Istituto di medicina legale di Chieti per l’autopsia. Sull’accaduto indagano i Carabinieri della compagnia di Montesilvano, agli ordini del luogotenente Giovanni Rolando.
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