Nuova Pescara, primo passo: ma i sindaci restano spaccati 

Domani pomeriggio a Pescara si riunisce l’assemblea costitutiva. Al via l’iter per lo statuto De Martinis e Di Lorito chiedono di cambiare la legge regionale. Masci: si deve andare avanti

MONTESILVANO. Cambiare la legge regionale che ha istituito il Comune di Nuova Pescara. È questa l’intenzione dei sindaci di Montesilvano e Spoltore perché mano a mano che il percorso di avvicinamento alla nascita del nuovo Comune si fa più serrato, la resistenza diventa più forte. Mentre il sindaco di Pescara punta dritto all’obiettivo.
Domani, ci sarà un nuovo confronto in aula: alle 17, nella sala consiliare del Comune di Pescara, è stata convocata una seduta dell’assemblea costitutiva della Nuova Pescara, per dar vita alla commissione che si dovrà occupare dello statuto e definire indirizzi e linee guida sulle sottocommissioni. Si avvia l’iter, quindi, per arrivare all’obiettivo che è stato indicato dalla legge e, prima ancora, sollecitato dai cittadini attraverso un referendum. Ma ci sono ancora dei dubbi, che proprio in queste ore si fanno opposizione. Il sindaco di Montesilvano, Ottavio De Martinis, vedrebbe di buon occhio una «fusione più ampia che dovrebbe comprendere non solo Pescara, Montesilvano e Spoltore, ma anche Città Sant’Angelo, Cappelle, San Giovanni Teatino e Francavilla al Mare. Se dobbiamo farla, facciamola bene, altrimenti lasciamo tutto come è adesso perché chi ha pensato questa cosa l’ha pensata monca», suggerisce De Martinis chiarendo di essere favorevole «alle sinergie». Così come è stato impostato, il nuovo Comune «stravolgerebbe la vita dei cittadini ma non permetterebbe di ottenere fondi europei, perché il numero di abitanti sarebbe limitato, e non consentirebbe neppure di risparmiare, nonostante i concetti sbandierati sui costi della politica dal M5s: anzi, questa spesa sarebbe maggiore». De Martinis non crede che sia tardi per fermare tutto. «La Regione può cambiare la legge, o meglio io spero che lo faccia e ho già lanciato un appello in questo senso ai nostri referenti. Se poi non si può scongiurare questo passaggio, si può pensare di rinviarlo di almeno 10 anni». Il sindaco sa di avere dalla sua i cittadini: «Molti di quelli che hanno votato a favore, ora voterebbero contro, c’è una nuova consapevolezza».
Anche per Luciano Di Lorito, sindaco di Spoltore, «la legge va rivista e, prima di fare un salto nel vuoto, va promosso uno studio che evidenzi gli effetti positivi della Nuova Pescara perché per adesso si ipotizzano solo effetti negativi. Se poi dovesse emergere che le conseguenze saranno positive, non potrò che fare gli interessi del mio territorio» ma per ora evidenzia che i tre Comuni viaggiano su binari diversi per raccolta dei rifiuti e ambiti sociali, per dirne un paio, e ci sono delle differenze sostanziali per la pressione fiscale e l’indebitamento («noi siamo un Comune virtuoso»). «Dobbiamo essere certi delle conseguenze, non può essere una sfida al futuro», avverte Di Lorito.
Di tutt’altro avviso il sindaco di Pescara, Carlo Masci, che ritiene inderogabilmente di dover seguire «il processo in atto», generato da «un referendum prima e da una legge regionale dopo. Siamo esecutori di questa duplice passaggio e io rispetterò la volontà dei cittadini e la legge, che fissa un tempo tra i 3 e 5 anni. Cinque anni mi sembrano ragionevoli per procedere», aggiunge Masci, che vuole sì confrontarsi con i suoi colleghi, «ma su queste basi». Con la fusione, dice, «avremmo più appeal, anche agli occhi dei privati, e potremmo ottenere più fondi pubblici». I cittadini «vivono già una dimensione unica», fa notare, e per i servizi Masci non intravede problemi (basti pensare alla fusione già realizzata nel campo dei rifiuti). Poi ci saranno «le municipalità, e ognuno avrà le proprie prerogative».
Il presidente della commissione comunale che si occupa della Nuova Pescara, Claudio Croce, crede che si debba «rispettare la legge». Ora, dice, «il tema non è esprimere il parere favorevole o contrario. Dovremmo tutti cogliere questa opportunità, tenendo conto che c’è un processo che possiamo guidare e che ci sono degli aspetti positivi. La Nuova Pescara potrebbe diventare un esempio a livello nazionale, e la forza acquisita con la fusione potrebbe essere usata per ottenere dei benefici. Certo, è difficile unificare i servizi ma, nel farlo, si risparmieranno energie e risorse. Pensare ora di combattere tutto questo è una perdita di tempo».