La carcassa della Opel Meriva e i relativi pneumatici

PESCARA

Omicidio Neri: c’è un testimone chiave per la verità 

Dopo gli arresti di gennaio, gli investigatori sono riusciti a individuare il collegamento tra la vittima e quella Meriva bruciata

PESCARA. L’hanno individuato. A quasi un anno dall’omicidio di Alessandro Neri c’è un testimone che potrebbe rivelarsi decisivo in questo momento delicato delle indagini. Lo hanno individuato gli investigatori che, guidati dal sostituto procuratore Luca Sciarretta che dalla scorsa estate ha preso in mano l’inchiesta, sono arrivati a ricostruire gran parte di questo puzzle.
Seppur indiretto, questo personaggio potrebbe rappresentare il gancio, l’ultimo gancio che manca agli inquirenti per arrivare a dama. A lui sono arrivati attraverso piste diverse e all’apparenza lontane e che invece, grazie a un lavoro silenzioso e certosino, a un certo punto si sono incrociate.

Alessandro Neri, ucciso a 28 anni lo scorso 5 marzo

Decisivo è stato individuare il contesto in cui sarebbe maturato l’omicidio del 28enne di Villa Raspa, quello della microcriminalità pescarese, dello spaccio di stupefacenti di medio e basso livello nel quale, come emerso dalle intercettazioni della scorsa estate, anche Neri avrebbe fatto parte, pur rimanendone all’esterno, con la fedina penale immacolata. “Ascoltando” a loro insaputa le conversazioni di quei personaggi, gran parte dei quali sono stati arrestati nell’operazione del 15 gennaio (a cominciare dall’amico e socio di Neri, Junior Insolia), gli inquirenti hanno infatti potuto individuare i protagonisti di una realtà riconducibile a un altro filone di indagine rimasto in qualche modo congelato. E cioè quello relativo alla Opel Meriva bruciata nella notte tra il 5 e il 6 marzo, a poche ore dall’omicidio di Neri. Un’auto che i carabinieri si erano andati a prendere quasi subito dallo sfasciacarrozze dove il proprietario aveva portato la carcassa poi finita sotto la lente di ingrandimento dei Ris. Un ammasso di lamiere distrutte prima dal rogo e poi dalla pressa da cui però era rimasto fuori uno pneumatico dell’auto.
Una gomma risultata poi compatibile con il calco delle tracce rilevate sul sentiero che porta al greto di Fosso Vallelunga, dove fu trovato il corpo di Neri. Indizio importante, questo, ma non una prova, così come l’auto stessa incendiata dopo l’omicidio: una strana coincidenza, ma non una prova. E neanche una prova, per la scarsa qualità, poteva essere il fotogramma saltato fuori dai sistemi di videorsorveglianza esaminati nei dintorni di via Mazzini, dove fu ritrovata la 500 Rossa di Alessandro. Un altro indizio appunto, ma non una prova.
La svolta sembra arrivata adesso. Gli investigatori hanno trovato finalmente un collegamento tra quella Meriva e il mondo frequentato da Alessandro per affari legati alla compravendita di stupefacenti. Lo hanno scoperto dopo gli arresti di gennaio da quando le indagini hanno avuto l’impennata sperata. Perché grazie a qualcuno di loro, a più di uno con cui la vittima ha avuto gli ultimi contatti telefonici, si è riusciti finalmente a capire chi doveva incontrare Neri quel pomeriggio del 5 marzo quando, intorno alle 18, uscì di casa portandosi dietro almeno diecimila euro in contanti. Da quanto sembra emergere, forse Neri doveva incontrare proprio il personaggio che, in quei primi giorni di marzo, aveva in uso quella Meriva. Lui, già sentito nei mesi scorsi, ha sempre detto di essersi trovato fuori Pescara in quei giorni, in Spagna. Ma di questo gli investigatori non sono più tanto convinti. Per questo adesso diventa decisivo anche il personaggio-gancio, il proprietario della Meriva che finora ha sempre detto di essere all’oscuro di tutto.
Ma le indagini intanto sono andate avanti, si sono arricchite di nuove voci e nuovi particolari. Neri quel pomeriggio andava sicuramente a chiudere un affare. O almeno gliel’ha fatto credere chi gli ha dato l’appuntamento a cui lui si è presentato con più di diecimila euro subito dopo aver lasciato casa, intorno alle 18,05. Il tempo di parcheggiare la 500 rossa in via Mazzini e alle 18,25 era già a San Silvestro, dove il suo telefonino viene agganciato fino alle 20,30 circa. Poi il nulla. Due colpi di pistola. E Neri muore ammazzato.

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