Omicidio Neri, telecamere al setaccio per scovare i killer 

Sotto esame decine di filmati: si cerca chi ha incontrato Alessandro

PESCARA. Che cosa ha fatto Alessandro Neri (chiamato dagli amici Nerino) dopo che è uscito di casa lunedì pomeriggio? Dove è andato con la sua Fiat 500 rossa, ritrovata in via Mazzini mercoledì mattina? Chi ha incontrato e dove? Per rispondere a queste domande i carabinieri della Compagnia di Pescara e  del Nucleo investigativo del Reparto operativo stanno passando al setaccio  le telecamere che possono aver catturato il passaggio del 28enne, di cui si sono perse le tracce lunedì attorno alle 18 nel momento in cui ha accompagnato a casa la madre, a Villa Raspa di Spoltore, dopo aver fatto la spesa.

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Le registrazioni di molti impianti di videosorveglianza sono state già acquisite dagli uomini dell’Arma del comando provinciale, agli ordini del colonnello Marco Riscaldati, e ci vorrà ancora del tempo per esaminarle tutte. Nel frattempo continuano anche la ricerca e l’acquisizione di altri filmati lungo il tragitto che Alessandro può aver seguito quel giorno, per cui i carabinieri puntano a trovare altre videocamere, di abitazioni o attività commerciali, che potrebbero aver registrato il passaggio del giovane, ucciso in circostanze ancora misteriose e ritrovato nel torrente Vallelunga giovedì pomeriggio mentre la sua auto era in tutt’altro posto, cioè in via Mazzini, dove gli amici l’hanno rintracciata mercoledì mattina.
Il cellulare del 28enne è stato localizzato lunedì pomeriggio nella zona del torrente Vallelunga grazie agli accertamenti tecnici condotti dagli investigatori per cui è anche lì, in piena periferia, che si sta concentrando la ricerca di impianti di videosorveglianza puntati direttamente sulla strada, quella che ha portato il 28enne alla morte. Intanto l’attività d’indagine degli uomini della compagnia, guidati dal capitano Antonio Di Mauro, e del Reparto operativo, con il Nucleo investigativo, prosegue con lo studio dei tabulati telefonici per capire con chi avesse contatti il 28enne e risalire, in particolare, alle telefonate e ai messaggi partiti e ricevuti dall’apparecchio prima dell’omicidio, il cui movente è ancora tutto da ricostruire.
Il giovane, una volta lasciata Spoltore, può aver incontrato in centro il suo assassino, o i suoi assassini che, una volta ucciso, lo hanno prelevato e scaraventato nel greto del torrente da un’altezza di due metri e mezzo, se non di più, lanciandolo oltre un parapetto. Non gli hanno portato via la collana d’oro, che aveva addosso quando è stato recuperato, mentre non aveva con sé il portafogli, ma solo perché non lo usava.
Dal centro, dove è stata trovata la 500 rossa, il 28enne potrebbe essersi spostato con un altro veicolo per raggiungere la zona del torrente Vallelunga, anche se al momento si tratta solo di una delle ipotesi prese in considerazione visto che è da stabilire il luogo dell’omicidio, che può essere diverso da quello del ritrovamento. Si lavora anche per ricostruire amicizie e rapporti del 28enne e capire chi (e perché) potesse avercela tanto con lui al punto da ucciderlo e buttarlo in un torrente. Alcune risposte sull’ambiente frequentato e sulle relazioni intrecciate da Alessandro, detto Nerino, sono già arrivate dai familiari e dagli amici del giovane. E per mettere a fuoco completamente il quadro descrittivo della vittima i carabinieri hanno acquisito del materiale in casa Neri, dove il 28enne viveva per lo più con la madre, visto che il padre Paolo lavora a Firenze, e i tre fratelli si sono trasferiti a Miami, Dublino e Bologna. Oltre a esaminare il computer, gli investigatori hanno prelevato e stanno lavorando su alcuni cellulari vecchi di Alessandro, inutilizzati da un po’, che dovrebbero permettere di scavare nella vita di un giovane definito da tutti tranquillo e di cuore.

Il punto della situazione sulle indagini è stato tracciato ieri mattina, nel corso di un vertice in Procura (il pm è Valentina D’Agostino) mentre in ospedale prendeva il via l’autopsia. E proprio dalla Procura si attende il via libera alla restituzione del corpo alla famiglia Neri, per i funerali. Anche ieri su Facebook, sulla bacheca della madre di Alessandro, Laura Lamaletto, sono stati postati moltissimi messaggi di cordoglio e vicinanza a una donna distrutta dal dolore e che giovedì, dopo aver saputo della tragica fine del figlio, ha scritto un post rivolgendosi direttamente al «maledetto killer» che gli ha portato via «Ale», annunciando l’inizio della «caccia» a chi ha premuto il grilletto. E ha chiesto a tutti un aiuto «a trovare l’assassino». Messaggi dettati da un dolore senza fine e poi cancellati da quella bacheca virtuale sulla quale hanno scritto da tutta Italia, ma anche da fuori, visto che la famiglia Lamaletto si è affermata in Venezuela, con una fabbrica di mattonelle e ceramica, prima che in Abruzzo, dove ha dato vita alla casa vinicola Il Feuduccio.
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