Opere bloccate, la denuncia degli imprenditori: città in crisi

Anche gli imprenditori si sono accorti dei forti ritardi nell'avvio dei lavori pubblici promessi dall'amministrazione comunale. Le principali associazioni di categoria esprimono qualche preoccupazione per lo sviluppo di Pescara

PESCARA. Il blocco delle opere pubbliche ha avuto e continua ad avere pesanti ripercussioni sull'economia della città e sull'occupazione. Stavolta, la denuncia non arriva dai politici, ma dal mondo produttivo locale. Anche gli imprenditori si sono accorti dei forti ritardi nell'avvio dei lavori pubblici promessi dall'amministrazione comunale. Il motore dell'economia cittadina, già fiaccato dalla crisi che ancora non fa intravedere vie d'uscita, stenta a ripartire e le principali associazioni di categoria esprimono qualche preoccupazione per lo sviluppo di Pescara. Le stesse preoccupazioni evidenziate nei giorni scorsi, in forma diversa, dal Pd e dal capogruppo del Pdl Lorenzo Sospiri, che ha invitato il sindaco Luigi Albore Mascia a «svegliarsi» e a risolvere i problemi di «una macchina comunale lenta e macchinosa».

INDUSTRIALI Il presidente della Confindustria di Pescara Mauro Angelucci non fornisce dati sulle aziende in crisi e sui posti di lavoro persi a causa dei ritardi nell'avvio dei grandi appalti pubblici. «Posso comunque assicurare», dice, «che le imprese hanno risentito di questo rallentamento. Se non si rendono cantierabili in tempi brevi i progetti approvati diventa un guaio e la responsabilità è degli amministratori». Angelucci punta il dito sulla riqualificazione delle aree di risulta, cioè su quella che doveva essere la madre di tutti gli appalti. Dopo vent'anni di attesa, è ancora tutto fermo. «Non è possibile», fa notare, «che l'ammistrazione comunale precedente e quella attuale non siano riuscite a trovare una soluzione. Se fossi il sindaco, chiamerei un progettista di grido per elaborare un progetto di qualità».

COSTRUTTORI La stessa sensazione di una città quasi ferma viene registrata dal presidente dell'Ance, l'associazione dei costruttori, Giuseppe Girolimetti. «La situazione dei lavori pubblici è drammatica dappertutto», spiega, «gli interventi appaltati l'anno scorso sono la metà di quelli del 2005 e un terzo del 2001». «A Pescara», prosegue, «non è facile aprire cantieri, perché ci sono questioni intrecciate. Faccio alcuni esempi: Ponte nuovo e parcheggi di scambio a Pescara sud sono fermi perché ci sono problemi di proprietà delle aree. Sulle aree di risulta, nessuno ha le idee chiare su ciò che si vuole fare». «Tutto ciò ha influito sull'andamento delle imprese edili che sono ferme», osserva Girolimetti, «negli ultimi anni sono spariti 1.500 posti di lavoro».

PICCOLE IMPRESE «Le opere pubbliche sono ferme da tempo», afferma anche il presidente della Camera di commercio Daniele Becci, «il termometro di questa situazione è stato registrato dalla cassa edile: nel 2008, avevamo 5.000 iscritti e 1.000 aziende; ora, siamo scesi a 3.200 iscritti e 600 imprese. Chiedo ai politici di avviare subito i lavori cantierabili per far ripartire l'economia».

ALBERGATORI «Abbiamo avuto l'ex sindaco D'Alfonso che ha aperto decine di cantieri», sostiene invece il presidente di Federalberghi Emilio Schirato, «quando Mascia è arrivato, ha trovato le casse vuote e anche per questo, forse, non si è visto granché finora». Schirato conclude dando alcuni suggerimenti: «L'amministrazione si dovrebbe concentrare sui parcheggi, realizzandone anche sotto la riviera. E' necessario anche un polo fieristico all'ex Cofa che richiami gente a Pescara tutto l'anno».

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