Ospedale di Pescara, Geriatria scoppia di caldo: condizionatori fuori uso

Impianti fuori uso dal 16 agosto: gli apparecchi portatili attendono il collaudo. Il primario del reparto Simeone: «Collaudo o no li accenderemo»

PESCARA . Il 16 agosto scorso sono saltati i condizionatori, e da allora gli anziani ricoverati nell’ala Nord del reparto di geriatria dell’ospedale di Pescara scoppiano di caldo, con le stanze di degenza che hanno raggiunto temperature insopportabili.
A segnalare il problema, ieri, a 12 giorni di distanza dal guasto, sono stati i parenti di alcuni pazienti ricoverati. Si tratta di malati “speciali”, proprio in virtù dell’età avanzata, nei confronti dei quali devono essere adottate precauzioni particolari.
Molti di loro sono costretti a letto, senza potersi muovere, e senza ricevere il sollievo di un soffio di aria fresca che allevi, anche in parte, le loro sofferenze. «Parliamo di malati», dice il parente di un paziente ricoverato, «che spesso affrontano gli ultimi giorni della loro vita, e non è giusto che debbano andarsene da questo mondo tra le sofferenze della malattia e quelle del caldo. La situazione nelle stanze è pesante, ma quando arrivano anche i parenti per le viste diventa insostenibile per il gran caldo, dal quale non possono fuggire né ripararsi in alcun modo. Si tratta di vecchietti immobilizzati a letto, che da soli non riescono a provvedere alle loro necessità basilari. Gli infermieri cercano in tutti i modi di alleviare le sofferenze dei malati, hanno persino provato a far ripartire i condizionatori, ma non ci sono riusciti. Del resto, non è quello il loro mestiere».
Nello stesso reparto, e sempre nell’area Nord, lo scorso 3 agosto una centralina era andata in tilt lasciando i malati senza aria condizionata. Una situazione terribile, se si considera che la prima decade di agosto 2017 è stata la più calda degli ultimi 138 anni. In quell’occasione i tecnici dell’ospedale erano riusciti a riparare il guasto restituendo un po’ di refrigerio ai ricoverati, ma il problema si è ripresentato a breve, verosimilmente a causa della vetustà dell’impianto.
Una circostanza, che il primario del reparto, Emilio Simeone, aveva già segnalato nelle sedi più opportune. A quell’ondata di calore ne è seguita un’altra, che ha rimesso in crisi il vecchio sistema di condizionamento dell’ospedale.
«Avevo fatto revisionare già due volte l’impianto, che quando va in sovraccarico smette di funzionare. L’ultima volta la colpa era stata di un magnete bruciato che era stato sostituito nel giro di qualche ora. Nel frattempo», spiega il dottor Simeone, «c’è stato l’interessamento della direzione sanitaria che nel cercare di risolvere questo problema ha acquistato alcuni condizionatori portatili, consegnati qualche giorno fa».
Quei dispositivi, tuttavia, non sono ancora entrati in funzione, da quanto si apprende per motivi di collaudo. I condizionatori sono cinque, ma le stanze dell’ala Nord sono 11. Altre sei stanze, dunque, resterebbero al caldo.
«Comunque», aggiunge il dottor Simeone, che in questi giorni non si trova in reparto, «ho avuto colloquio con la caposala e credo che tra oggi e domani i condizionatori saranno messi in funzione, con o senza collaudo».
In reparto sono stati consegnati cinque-sei giorni fa, così come è accaduto in altre unità operative alle prese con gli stessi problemi. Soltanto le terapie intensive dell’ospedale Spirito Santo, e qualche reparto (tra cui l’ala Sud di geriatria) sono dotate di impianto di climatizzazione.
Nelle altre divisioni dell’ospedale, alcuni anni fa sono stati installati i condizionatori, che ora, a distanza di tempo, hanno perso la loro efficacia, come hanno dimostrato in occasione dell’eccezionale ondata di calore che si è abbattuta sul capoluogo adriatico e sul resto del Paese.
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