Palazzo da demolire, i lavori ad aprile

In corso le ultime perizie prima dell’intervento, ma è già pronto il progetto per costruire un nuovo fabbricato di dieci piani

PESCARA. Il palazzo pericolante di dieci piani, in viale D’Annunzio 259-261, verrà abbattuto entro il prossimo aprile. Lo ha rivelato ieri Fausto Lopez, uno dei quattro ingegneri incaricati dall’amministratore del condominio diversi anni fa per la valutazione delle condizioni di sicurezza del fabbricato.

«I lavori di demolizione», ha spiegato, «sarebbero dovuti partire il prossimo febbraio. Ma sono stati rinviati di due mesi per consentire ai consulenti tecnici dell’Ufficio territoriale per la ricostruzione (Utr) di completare la loro perizia, necessaria per stabilire se accogliere o meno la richiesta dei 40 condomini di poter accedere ai contributi statali, destinati alla ricostruzione post sisma. Contributi che possono arrivare fino ad un massimo del 50 per cento della spesa complessiva per la demolizione dell’edificio, pari a circa 400mila euro.

I condomini, quindi, sono in attesa del verdetto dei tecnici, ma hanno già raccolto i soldi necessari per procedere alla demolizione del palazzo. Non è finita qui. I proprietari hanno già fatto approvare il progetto per costruire un nuovo edificio di dieci piani subito dopo l’abbattimento di quello pericolante. «La realizzazione di un nuovo palazzo costa intorno ai 5-6 milioni di euro», ha affermato Lopez, «c’è chi ha già richiesto mutui e finanziamenti per poter affrontare la spesa, che dovrebbe aggirarsi sui 150mila euro a famiglia».

Ma l’intervento di demolizione si preannuncia alquanto complesso. Il palazzo verrà di fatto smontato pezzo a pezzo con un mezzo meccanico dotato di un braccio lungo 40 metri con una pinza frantumatrice. I lavori dovrebbero durare circa un mese e per tutto il periodo una parte della carreggiata di viale D’Annunzio verrà chiusa per motivi di sicurezza.

Prima di procedere all’intervento, la ditta specializzata dovrà installare intorno all’edificio un ponteggio con un telo parapolvere sul lato strada opposto ai lavori, mentre nella zona della demolizione verranno utilizzate delle autobotti con idranti e nebulizzatori dell’acqua per l’abbattimento delle polveri nell’aria. Successivamente alla rimozione dei materiali demoliti, si dovrebbe procedere anche all’abbattimento delle fondazioni.

Insomma, si sta per avviare a conclusione una vicenda che si trascina dal lontano 1988, da quando cioè i condomini richiesero una perizia tecnica per accertare la gravità di alcune lesioni all’interno del palazzo. Stiamo parlando di un fabbricato costruito tra il 1962 e il 1963, con dieci piani e 34 appartamenti, di cui 32 adibiti ad abitazioni e 2 a studi, più 6 locali al piano terra utilizzati fino ad alcuni anni fa per le attività commerciali. Un fabbricato vecchio, dunque, che ha avuto sempre problemi di pendenza con l’inclinazione dello spigolo di nord-est, a causa di cedimenti del terreno di sedime su cui poggia, come risulta dalle prime relazioni dei tecnici. La situazione, poi, si sarebbe aggravata con il terremoto dell’Aquila il 6 aprile del 2009, come confermato anche dai quattro ingegneri. Così, nel 2013, il palazzo venne dichiarato inagibile dal Comune e sgomberato.

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