Palazzo pericolante: i fondi del terremoto per buttarlo giù

Sì del consiglio alla richiesta dei finanziamenti negati nel 2013 Demolire l’edificio di viale D’Annunzio costerà 287mila euro

PESCARA. Si riaprono le speranze per i 40 condomini del palazzo pericolante di viale D’Annunzio 259-261 di poter accedere ai finanziamenti del sisma per demolire l’edificio. Ieri, il consiglio comunale ha approvato una delibera per affidare all’Ufficio territoriale per la ricostruzione (Utr), ora con sede a Cugnoli, l’istruttoria della pratica relativa all’istanza di contributo per i danni causati dal sisma del 2009 all’immobile di viale D’Annunzio. L’obiettivo è quello di accedere ai contributi per il terremoto. «Contributi pari al 100 per cento della spesa prevista per la demolizione e al 50 per cento della somma necessaria per la ricostruzione dell’edificio», spiega il presidente del consiglio comunale Antonio Blasioli che si sta occupando di questa vicenda. La spesa per l’abbattimento dello stabile di dieci piani ammonterebbe a 287mila euro.

La richiesta di accesso ai contributi era stata già avanzata dai condomini, ma era stata bloccata nel 2013 dall’allora direttore del Dipartimento attività tecniche del Comune. Il dirigente, anziché inviare la pratica all’Utr, aveva espresso lui stesso un diniego. Ecco cosa aveva scritto: «La presenza di un grave danno strutturale accertato e dichiarato esistente prima del sisma 2009, l’assenza di precisi studi volti ad indagare gli aspetti di natura geologica e geotecnica, la realizzazione dell’edificio non conforme al progetto iniziale con il conseguente aumento dei carichi dovuti ai tre piani abusivamente realizzati, determina il diniego della domanda di concessione al contributo per la ricostruzione». I proprietari avevano fatto ricorso al Tar contro questa decisione, ma la loro richiesta non era stata accolta. Ieri uno dei periti incaricati dal condominio ha spiegato che dopo il sisma la deformazione dell’edificio ha subìto un’accelerazione.

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