Paolo VI, convenzione in scadenza 

Penne, occorrono 120 mila euro per continuare ad assistere 15 ragazzi disabili

PENNE. A fine mese scade la proroga della convenzione che permette a 15 ragazzi (adulti) disabili di usufruire del servizio del centro diurno nella struttura della Paolo VI di Penne. È necessario trovare una soluzione che permetta ai ragazzi di avere la certezza di una copertura per l’intero anno 2019. La cifra necessaria oscilla tra i 120 ed i 150 mila euro.
Il consigliere regionale Lorenzo Sospiri nell’ambito degli interventi previsti per le politiche sociali 2019/2021, propose un emendamento per destinare un contributo straordinario all’arbitro distrettuale vestino numero 19 al fine di garantire la copertura della continuità assistenziale dei ragazzi adulti disabili che sono escluse dai rimborsi sanitari. «Ad oggi non abbiamo dati alla mano nessuna disponibilità nell’Ecad. Attendiamo comunicazioni ufficiali da parte della Regione Abruzzo», ha sottolineato la presidente dell’Ambito Vestino, Donatella Rosini. Sulla questione abbiamo chiesto lumi anche all’assessore al sociale del Comune di Penne, Lorenza Di Vincenzo. «A breve ci sarà una conferenza dei sindaci per trovare la migliore soluzione possibile», ha detto l’assessore al sociale del Comune di Penne, Lorenza Di Vincenzo. «Nella conferenza del 29 gennaio scorso il nostro Comune suggerì il riparto delle spese utilizzando come indicatore la densità della popolazione e ha lavorato affinché si riuscissero ad Individuare le risorse necessarie. La maggioranza dei Comuni ha preferito però rimandare la decisione in merito alla gestione a dopo le elezioni regionali, in attesa di certezze sul finanziamento, e nessuna decisione è stata presa in merito alla gestione. Considerata la delicatezza del caso e l’imminente scadenza della convenzione per l'affido del servizio, era giusto dare una risposta certa agli utenti invece di continuare a temporeggiare e rinviare», ha sottolineato l’assessore al sociale del Comune di Penne.
«La speranza è che si possa programmare il futuro in maniera più serena. È stato infatti davvero complicato, oltre che doloroso, non consentire ai ragazzi disabili, per circa un anno (da inizio 2018 fino a luglio 2018), di effettuare quelle attività ricreative vero e proprio motore della loro già difficile esistenza», ha spiegato Alessia Cacciatore, sorella di uno dei 15 ragazzi disabili che usufruiscono del servizio del centro diurno della Paolo VI. «Il servizio ripristinato a luglio è ripartito solo per gli adulti e solo per gli utenti che risiedono nei Comuni dell’Ambito vestino. Non possono comunque accedere al servizio i minorenni e coloro che abitano fuori zona, circa una ventina di utenti. Per loro solo terapie sanitarie: due, tre o cinque volte a settimana, a seconda di quanto stabilito dalla commissione Asl».