Parisi carica il centrodestra «Dobbiamo ripartire uniti»

Convention “Energie per l'Italia”. L’ex manager attacca il premier Renzi «Non è un pericolo per la democrazia ma con lui si rischia la morte del Paese»

MILANO. Un'ora di discorso è il tempo che occorre a Stefano Parisi per «debuttare» ufficialmente sulla scena della politica nazionale e far capire che il progetto avviato con la convention «Energie per l'Italia» non è destinato ad avere vita breve. E dopo una partenza un po’ in sordina e le perplessità sulla platea molto eterogenea, l'ex direttore di Confindustria non solo prova a fare chiarezza sulla sua mission «siamo qui per costruire la nuova speranza per l'Italia», ma soprattutto, come se fosse il leader dell' opposizione lancia un duro affondo contro Matteo Renzi. Il lessico però non è quello usato da Silvio Berlusconi. Per Parisi, il premier non è «un pericolo per la democrazia e non si rischia nessun colpo di Stato», semmai il giudizio è ancora più severo: «Con lui si rischia la morte del Paese». E se i passaggi contro il presidente del Consiglio sono scanditi da applausi, quello più sonoro la platea lo riserva all'affondo contro Raffaele Cantone, presidente dell'autorità nazionale anticorruzione: «Ma in Italia serve l'autorità anticorruzione?», domanda l'ex Ad di Fastweb che subito fornisce anche la risposta: «Si tratta di una nomina fatta dal presidente del Consiglio quindi non so che imparzialità abbia». Le critiche però non si esauriscono all'Anac, sul banco degli imputati torna di nuovo Renzi. Il premier, bollato come «maestro di furbizie», viene accusato di «prendere in giro gli italiani» con la riforma Costituzionale («Io voterò no», ribadisce Parisi) ma soprattutto criticato per non avere una linea chiara sulla politica estera. Messo in chiaro chi sia l'avversario da battere, Parisi si concentra sul suo principale obiettivo: ricostruire il centrodestra. Nelle sue parole non mancano omaggi al Cavaliere, in particolare a quel manifesto delle libertà del 1994. Non è un caso però che l'ex manager usi il passato per descrivere quel programma che non solo ha «perso nel tempo un po’ la spinta per lo sbandamento del centrodestra negli ultimi anni», ma sopratutto «quelle politiche vanno aggiornate». Un compito che Parisi ha intenzione di svolgere in prima persona consapevole però che senza un'alternativa credibile e l'unità della coalizione non si può andare lontani. «Noi» spiega, «non vogliamo essere una setta, solo uniti possiamo vincere rappresentando tutte le diversità». Certo, l'ex manager è consapevole che per poter trattare con la Lega e per mettere a tacere gli avversari dentro Forza Italia, il suo progetto politico deve iniziare a prendere corpo e radicarsi sul territorio tanto che dal palco della convention, Parisi fa sapere di essere pronto a «dare una mano» a quanti intendano replicare, anche a livello locale, la due giorni milanese.