Pescara, allarme disoccupazione: un giovane su 2 non lavora

Rapporto della Cisl: «Piccoli segnali di ripresa, ma vanno avviate le opere»

PESCARA. «Ci sono dei piccoli segnali di ripresa, ad esempio nel turismo. E dobbiamo spingere perché diventino più robusti, attraverso politiche adeguate e finalizzate». Umberto Coccia, a capo della Cisl pescarese, non vuole «vedere tutto nero», anzi. E nel suo intervento all'assembla congressuale del sindacato, appuntamento che precede il congresso interregionale di Abruzzo e Molise, ha lanciato dei messaggi, finalizzati a smuovere un po' le acque.

Certo, non c'è molto da gioire, perché in provincia di Pescara gli indicatori della crisi ci sono e sono preoccupanti, perché c'è stato un aumento del tasso di disoccupazione che sfiora il 14 per cento, ha detto Coccia, e la disoccupazione giovanile ha raggiunto un livello allarmante, pari al 55 per cento. A ciò si aggiunga che è aumentato il ricorso agli ammortizzatori sociali, è diminuito il ricorso ai voucher e si è verificata una uscita dal mercato del lavoro di persone sempre più avanti con gli anni, difficilmente ricollocabili. Se è vero che nei primi tre mesi dell'anno ci sono state 3200 assunzioni, ci sono state anche 2150 uscite (il saldo è di 1050 occupati in più). L'unico dato positivo è il saldo tra le imprese che hanno chiuso e quelle che hanno aperto, ma non nel settore degli artigiani, dove la differenza porta il segno meno. Preoccupano, poi, le flessioni registrate nel terziario e in particolare nella grande distribuzione, «un settore in cui siamo forti». Ma con la perdita dei posti di lavoro è diminuita la liquidità e quindi sono scesi i consumi. Ed è anche vero che «qui c'è un rapporto tra numero di abitanti e superfici della grande distribuzione tra i più alti in Italia».

Alcuni dati «significativi», per Coccia, si rintracciano anche dal Piano sociale di zona e parlano di una maggiore richiesta di aiuti e di assistenza, tra il 2015 e il 2016. «È positivo che tutte le risorse disponibili siano state utilizzate, ma è negativo che sono insufficienti perché c'è una domanda crescente», ha proseguito il sindacalista. E «non è possibile che neanche il 5 per cento degli anziani usufruisca dell'assistenza domiciliare», in una provincia che conta più di 22mila ultrasettantenni (il 19 per cento della popolazione) e 9800 ultraottantenni. Al Comune, a cui la Cisl riconosce «il grande impegno dell'assessore Antonella Allegrino, è stato chiesto e si tornerà a chiedere di ripristinare tutti i fondi per la spesa sociale. Dopo Pasqua torneremo alla carica, su questo». Non confortano neppure «le notizie allarmanti che arrivano sul taglio del Fondo sanitario nazionale, ma ci mobiliteremo per non permettere lo smantellamento dei servizi sociali», ha annunciato Coccia.

Il sindacalista ha ripercorso le vicende principali che hanno segnato il tessuto economico industriale pescarese e le conseguenze negative di «mare inquinato, terremoto, maltempo di gennaio e tragedia di Rigopiano»: il risultato è stato «un forte calo delle prenotazioni e 4500 posti di lavoro in meno nel settore turistico». Altri 3000 posti di lavoro sono stati persi dall'inizio della crisi nell’edilizia, «nonostante la ricostruzione all’Aquila e il Masterplan». Eppure qualcosa si può fare, e va fatto proprio partendo dal Masterplan approvato dalla Regione, dice la Cisl. «Dobbiamo vigilare tutti sui progetti strutturali europei e sul Masterplan perché ci sono lavori cantierabili che vanno fatti e fatti in fretta, e lo stesso si dica per il Piano delle opere pubbliche del Comune. E bisogna procedere evitando fenomeni irregolari e corruttivi».

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