la denuncia

Pescara, buche trappola: in 4 mesi 25 cause contro il Comune

Le strade distrutte, i cittadini vittime vanno in tribunale e chiedono i danni. Sotto accusa lo stato di abbandono di asfalto, marciapiedi e transenne

PESCARA. C’è chi scende dall’autobus in centro, inciampa «su un cordolo giallo proprio nell’area della fermata», cade, si ferisce e chiede un risarcimento di quasi 25 mila euro; c’è chi, sulla riviera nord, cade con la moto perché si trova davanti la transenna di un cantiere «non segnalata né altrimenti visibile»; c’è chi, in periferia, passa su «una grossa pozzanghera», sbanda, urta il marciapiedi e quasi distrugge la macchina che riporta 10 mila euro di danni. E poi «grosse buche» e marciapiedi «dissestati». In meno di 4 mesi sono già 25 le cause avviate dai cittadini contro il Comune di Pescara per le strade distrutte: in tutto, le richieste di danni sfiorano i 160 mila euro. Ma tra i 25 c’è anche chi non ha ancora quantificato i danni e aspetta la decisione del giudice.

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Buche, crepe sui marciapiedi, scavi riparati male, transenne lasciate in strada che diventano trappole, giochi dei parchi che si rompono all’improvviso: tutti contro il Comune per la manutenzione che non basta e provoca danni. Le richieste di danni arrivano da tutta la città: corso Vittorio, riviera, viale Kennedy, viale Regina Margherita, strade dei colli, e ancora via Valle Roveto, via Lago di Capestrano, via Stradonetto.

Il primo passo dei cittadini che addossano al Comune la responsabilità dei loro incidenti è avviare un giudizio di fronte al giudice di pace: i cittadini chiedono dai circa 900 euro per riparare i guasti riportati dai mezzi fino ai 25 mila per i danni fisici. Nel 2015 sono state 60 le cause contro il Comune; 120 nel 2014. E le prime 25 già intentate da gennaio a oggi confermano che anche il 2016 sarà un altro anno di contenziosi legati alle strade nell’incuria. Questo tipo di danni è coperto dalle assicurazioni del Comune, quindi, il sindaco Pd Marco Alessandrini e la giunta decidono sempre di resistere ai giudizi e andare in causa contro i cittadini. E le delibere del Comune raccontano una doppia storia: da una parte, le disavventure dei cittadini con l’elenco dei danni riportati; dall’altra, l’incuria nella manutenzione delle strade. Perché i casi sono sempre simili: buche sull’asfalto, marciapiedi disconnessi, grate senza più tombini, transenne dimenticate in strada e cordoli trappola.

Una donna cita il Comune perché «mentre percorreva viale Kennedy rovinava a terra a causa di una betonella sporgente»: lei si ferisce e chiede 25 mila euro di danni per le lesioni riportate. Quasi la stessa cifra, poco meno di 24 mila euro, la chiede un’altra donna che «scesa dal bus urbano in corso Vittorio, in corrispondenza di via Emilia, inciampava su un cordolo di colore giallo proprio nell’area della fermata dei mezzi pubblici adibita alla discesa dei passeggeri, cadendo rovinosamente a terra». «Una buca non visibile e non segnalata» è all’origine di una caduta in bici lungo via Valle Roveto, vicino a via Gran Sasso: il cittadino chiede quasi 17 mila euro. Tra gli altri casi, c’è quello di un cittadino che cita il Comune perché, percorrendo via Colle Marino, «a causa di una grossa buca presente nel mezzo della sua corsia di marcia generata dopo uno scavo non correttamente rivestito e ricoperto, rimaneva coinvolto nel sinistro in quanto non riusciva a evitare di transitare sull’insidiosa cavità».

L’incuria non riguarda solo le strade ma anche i parchi: una famiglia chiede tremila euro di danni al Comune perché nel giardino di via Lago di Borgiano l’anello di un’altalena si spezza e una bimba finisce a terra. Una cittadina «mentre percorreva a piedi un tratto di strada all’interno del parco Villa de Riseis, giunta in prossimità del cancello in via Puccini, cadeva a causa di un dislivello del manto».

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