Pescara, case sul mare e alluvione: aperte due indagini

La squadra mobile acquisisce gli atti di PescaraPorto in Comune e al Genio civile. Sotto esame la costruzione degli edifici in un'area a rischio esondazione

PESCARA. Due inchieste aperte sull’affare Pescaraporto, i palazzi in costruzione accanto all’ex Cofa sulla riviera di Porta Nuova. Con vista sul ponte del Mare, sul porto turistico e, soprattutto, sulla foce del fiume Pescara. Palazzi che ricadono in un’area considerata a rischio in caso di esondazione del fiume. Ed è proprio questo il motivo che ha portato gli investigatori della squadra mobile di Pescara a fare due blitz in contemporanea: uno in municipio e l’altro al Genio civile. Due attività che si incrociano: giovedì scorso, in Comune, nel settore dell’Urbanistica, sono stati acquisiti i permessi di costruire rilasciati dall’ente e i pareri alla base dell’intervento edilizio risalente a quasi 5 anni fa; nella sede del Genio civile, sono stati presi i verbali legati alla Carta di rischio per una possibile esondazione. Sotto la lente di ingrandimento della Mobile, è finito anche il carteggio tra Comune e Genio civile, a partire dalla necessità, messa nera su bianco, di un parere tecnico di conformità tra il progetto e la Carta di rischio: una richiesta che il Comune avrebbe respinto indicando l’Autorità di bacino come l’ente competente a pronunciarsi.

A dare il via all’indagine, coordinata dalla pm Anna Rita Mantini, è stato un esposto dei consiglieri comunali del M5S. Gli stessi consiglieri, a partire da Erika Alessandrini sono stati gli autori di un’interrogazione al riguardo: secondo i grillini, quell’intervento sarebbe in contrasto con il Piano stralcio per la difesa dalle alluvioni approvato dalla Regione nel 2015 per tutelare le zone considerate a rischio di esondazioni del fiume Pescara. Anche l’interrogazione del M5S fa parte del fascicolo d’indagine aperto sull’operazione immobiliare avviata da due personaggi noti, l’avvocato Giuliano Milia e il costruttore chietino Franco Mammarella. Il Piano a cui fa riferimento il M5S è stato approvato dopo il via libera del Comune al permesso di costruire per Pescaraporto. In occasione della denuncia, la consigliera Alessandrini ha scritto anche al Genio civile regionale per chiedere di «verificare» se l’attività edilizia di Pescaraporto rispetti le norme sulla sicurezza dal rischio alluvioni: «È bene che il servizio del Genio civile, che dal 2012 ha bloccato l’iter di approvazione del Piano particolareggiato 2 per la riqualificazione delle aree sul lungofiume e portuali», ha detto la Alessandrini in quell’occasione, «si esprima anche sulla Pescaraporto che sta costruendo, in deroga al piano urbanistico comunale, proprio in quelle stesse aree del Piano particolareggiato».

L’intervento edilizio, approvato dal Comune nel 2012 per realizzare un albergo e poi trasformato in uffici, è stato al centro delle polemiche politiche per il cambio d’uso richiesto dalla società e costruire così non più un centro direzionale ma degli appartamenti. La richiesta, al termine di un lungo iter amministrativo, è stata bocciata dal consiglio comunale.