Pescara, donna presa a sassate in casa. Ogni giorno truffato un anziano

Pensionati presi di mira con le scuse più fantasiose. E quando non ci cascano scatta l’aggressione. Gli ultimi casi in via Sallustio e in via Pizzoferrato: ma la polizia ha già individuato gli autori

PESCARA. Entrano in casa, con le buone o con le cattive. E chiamarli truffatori è riduttivo perché dove non riesce il raggiro fanno presto a togliersi la maschera e a trasformarsi in ladri o rapinatori pur di portarsi via quello che cercano. I risparmi degli anziani, l’oro. Ricordi e sacrifici di una vita.

Dati in calo

I dati di quest’ultimo anno (periodo maggio 2016-febbraio 2017) forniti dalla Questura raccontano di un fenomeno in calo, con 373 truffe denunciate nella sola Pescara a (467 nello stesso periodo dell’anno precedente) e 628 su tutto il territorio provinciale (762 l’anno prima). Ma il problema non sono tanto i numeri delle denunce, viziati spesso dalla vergogna che inibisce le vittime a chiedere aiuto alle forze dell’ordine. Piuttosto è il tipo di reato a essere particolarmente odioso perché sfrutta le fragilità delle categorie più deboli, come gli anziani appunto e, anche, le maglie larghe che la giustizia adotta per il reato di truffa. Che per essere davvero perseguibile con l’arresto e una pena fino a tre anni di reclusione (se aggravata dalla “minorata difesa” della vittima, l’anziano appunto) dev’essere colta in flagranza. In pratica si deve consumare, ma non deve passare troppo tempo dal fatto. E come si fa? Si fa che polizia e carabinieri fanno a gara ad arrivare quando l’anziana grida al ladro, perché è così che materialmente succede quando si rende conto che l’assistente sociale, l’addetto Enel, della Asl o del Comune era invece un delinquente. Ma quando pure le forze dell’ordine individuano i responsabili ci vogliono poi ancora tempo, dedizione e pazienza per riuscire a incastrarli e a prenderli. Ne sanno qualcosa i poliziotti della Mobile coordinati da Pierfrancesco Muriana e in particolare, quelli della sezione Furti e rapine diretti da Mauro Sablone. Sono loro che la scorsa estate hanno preso il ladro seriale Vitantonio Bombino, trovato con migliaia di euro e 300 pezzi rubati e a fatica restituiti in questi mesi ai proprietari sparsi tra l’Italia e l’Europa. Ma sono sempre loro che si occupano quotidianamente di truffe e raggiri, in strada e in abitazioni dove capita spesso che alla fine si consumino vere e proprie rapine.

Presa a sassate

Lo scorso 7 febbraio ad esempio, via Sallustio, la traversa di viale D’Annunzio dell’istituto Nostra Signora. Sono le sei e mezza di pomeriggio e quello che succede lo raccontano le immagini registrate dalle telecamere della zona su cui ora sono al lavoro gli investigatori. Nel vicolo semibuio arrivano uno dopo l’altro tre uomini. Un quarto aspetta in macchina, una Mercedes scura.

Alti, ben piazzati, sono più o meno vestiti uguali, berretto tuta e felpa. Tutto scuro.

Da quanto ricostruito dagli investigatori che li hanno identificati si tratta di una banda di georgiani, dell’est Europa, abilissimi nell’arrampicarsi. E infatti è quello che fa uno dei tre lungo una tubatura per arrivare fino al secondo piano. Raggiunta la finestra, colpisce con una manata il vetro per vedere se c’è qualcuno in casa. E in casa c’è un’anziana che si affaccia e si trova davanti lo sconosciuto. Lei grida, lui scivola giù in tutta fretta e poi, insieme ai complici prima abbozza una fuga e poi si ferma. Tornano indietro. E contro la donna che gli sta urlando dietro iniziano a lanciare sassi a ripetizione.

L’anziana ha un malore mentre i vicini allertano il 113. I poliziotti arrivano in tempo reale, riescono a individuare la macchina ma la banda, che ha già colpito in zona Gesuiti, fa inversione e si dilegua.

Caldaia e cassaforte

Ancora la cronaca recente, questa volta un raggiro diventato rapina. Via Pizzoferrato, un pomeriggio di poche settimane fa. In casa, una donna di 82 anni. Suonano alla porta, lei prudente guarda dallo spioncino e chiede chi è. Dall’altra parte una voce maschile si presenta come tecnico della caldaia. Lei non è sprovveduta, dice che c’è già stato un controllo la settimana prima. Ma niente, quello insiste dice che c’è una perdita di gas e che va controllata. Lei apre. E con la scusa dei tubi si ritrova in camera da letto con quello che le chiede se ha una cassaforte e di aprirla perché il gas può essersi accumulato dentro. Lei apre. Ci sono seimila euro, oltre a oggetti preziosi e al libretto postale. La donna inizia a insospettirsi gli dice di uscire e quando escono dalla stanza con i soldi dietro, scopre che in cucina è entrata una donna, una sconosciuta. L’anziana chiede chi è, si agita, capisce e quelli allora le strappano la busta dei soldi dalle mani e scappano. “Mi hanno rubato”, grida la povera signora sul pianerottolo mentre un vicino va dietro ai ladri che però riescono a scappare. Con tutto il bottino. Ancora via Caduti per Servizio, periferia disagiata e povera della città. I ladri sono andati anche lì, sempre a spese di un’anziana che ha aperto la porta ed è stata aggredita da due giovani che, forse in crisi di astinenza, sono arrivati a toglierle perfino gli indumenti intimi pur di controllare se nascondeva lì i soldi.

I finti carabinieri

Storie di microcriminalità dall’impatto enorme per le vittime. Anziani che se non vengono derubati o rapinati in casa vengono intercettati per strada. E l’elenco delle scuse usate dai truffatori per derubarli si ripete a seconda delle bande. Spesso famiglie rom specializzate ognuna su un canovaccio diverso. Ultimamente al solito numero delle false assistenti sociali che s’infilano nelle case con tanto di agenda e occhiali, si è aggiunta la variante dei falsi carabinieri. Già due i casi denunciati. Sono gli uomini della stessa banda che un paio di giorni dopo sono tornati dal vecchietto raggirato mostrando un tesserino (falso) dei carabinieri. E con la scusa di verificare quanto rubato, girano per casa e finiscono a prendere quello che le complici avevano lasciato il giorno prima.

Il lingotto d’oro

Ma l’elenco è infinito. In questi giorni di festa, con il mese delle Comunioni in arrivo, torna anche la truffa del lingottino d’oro. «Per 700 euro regali a tuo nipote 50 grammi d’oro». L’anziano abbocca, paga, salvo poi accorgersi che il lingottino è finto. Perché poi l’ultimo complice dei delinquenti è la crisi che rende ulteriormente vulnerabili le vittime. Vanno forte i pataccari, infatti, quelli che si avvicinano mostrando catene e bracciali in oro e li offrono a 200 euro dicendo di essere in grave difficoltà economica. E poi la storia della falsa eredità, quella del falso incidente, dei finti poliziotti che, com’è successo a Montesilvano e nella zona frentana fermano il pensionato, lo fanno scendere con una scusa e mentre uno lo distrae l’altro s’infila dentro e gli svuota il portafoglio. Con le buone o le cattive.

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