Pescara, in fila per ore a Equitalia: 280mila le domande

Oggi ultimo giorno per richiedere la cancellazione di interesse e sanzioni

PESCARA. «Ho fatto quello che dovevo fare. Ho 75 anni, non mi arrendo mai, vado sempre avanti. Speriamo solo che non sia una fregatura». Appoggiata a due stampelle, la signora dai capelli bianchi che all’una esce dalla sede di Equitalia di via D’Annunzio è soddisfatta della rottamazione appena ottenuta. Ma resta diffidente. «Che cartelle ho rottamato? Non lo so, un sacco di cose, mi hanno detto “le è convenuto”, speriamo bene». Come lei, in migliaia hanno affollato in questi giorni la sede pescarese di Equitalia, presa d’assalto ieri, vigilia della scadenza per la presentazione delle domande di rottamazione. Rottamazione delle sanzioni e degli interessi di mora accumulati sulle cartelle esattoriali inevase (contributi Inps, multe e tasse in generale) dal 2000 al 2016. Ma a patto di saldare il debito originario in un massimo di cinque rate a partire dal prossimo luglio, ed entro settembre 2018.

Un’occasione di risparmio che dal 4 novembre, quando è partita la rottamazione, ha portato alla sede pescarese di Equitalia circa 280mila richieste, presentate tramite il commercialista di fiducia, o privatamente. Andando di persona, o richiedendolo tramite posta elettronica normale o certificata l’estratto di ruolo, ovvero l’elenco delle cartelle inevase. Per verificare concretamente l’ammontare degli interessi e dell’eventuale risparmio. Una sorta di condono che è convenuto soprattutto ai cittadini con i debiti più datati e, dunque, con gli interessi di mora più alti. Piccole società, ma anche pensionati e cittadini che, in media, sono riusciti ad abbattere sei, 7mila, anche 8mila euro. «Ho una piccola società con mio fratello e mio marito», dice una signora in attesa del suo turno, «dovevo pagare 18mila euro per contributi Inps e multe. Con la rottamazione sono scesa a 12mila, rateizzati. Non è poco».

Contributi Inps e multe come un altro signore di mezza età, che per ottenere lo sconto sui 40mila euro di debito accumulati in dieci anni, si è fatto una mattinata di fila «ma va bene così, ormai ci sono quasi».

«È una vergogna», protesta invece un carabiniere in pensione, «sono qui dalle 10, ho preso il numero A 166 e all’una e dieci si trovano ancora al 79. Volevo chiedere solo che cartelle ho da pagare per decidere eventualmente. Perché anche se non mi hanno notificato niente non mi fido lo stesso. Anche se di questo passo non lo so quando arriva il mio turno». A far fronte all’esercito di “rottamatori”, sei addetti di Equitalia dedicati esclusivamente a questa scadenza, mentre altri 4 sono alle casse e tre alle Informazioni. Ma lo spiegamento non è comunque sufficiente, perché basta che qualcuno chieda di caricare più cartelle per verificare l’estratto conto da pagare con gli interessi di mora detratti, e i tempi si dilatano. «Sono arrivato alle 9,04, ho preso il numero 105 e alle 13,02 stanno ancora al 73, è una cosa da pazzi», commenta un avvocato che nel corso della mattinata è tornato tre volte per verificare se era arrivato il suo turno.

«Rottamo Inps e Cassa forense», confida come altri suoi colleghi. Il viavai continua fino alle 13,15: chiusura dell’ufficio per chi deve entrare, ma non per chi è già dentro. E per chi non ce l’ha fatta ieri c’è ancora oggi. Orario 8,15-13,15. Ultima chance.

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