Pescara, in prescrizione il processo Mare-Monti: prosciolti D'Alfonso e Toto

L'inchiesta risale al 2008, quando il governatore era presidente della Provincia. Dieci le persone accusate a vario titolo di truffa, abuso, corruzione e concussione per una perizia di variante

PESCARA. Tutti prosciolti gli imputati del processo "Mare-Monti", tra i quali l'attuale presidente della Regione Abruzzo, Luciano D'Alfonso, e gli imprenditori Carlo, Alfonso e Paolo Toto, per intervenuta prescrizione. Restano in piedi gli illeciti amministrativi che chiamano in causa le società e gli enti coinvolti. Il processo, in corso nel tribunale collegiale di Pescara, verte essenzialmente sulla mancata realizzazione della Strada Statale 81 nell'area Vestina, la cosiddetta Mare-Monti, e sulla perizia di variante approvata dalla Provincia di Pescara, allora presieduta da D'Alfonso, che secondo l'accusa avrebbe favorito i Toto permettendo loro di realizzare la strada, senza le necessarie autorizzazioni, all'interno della riserva naturale del lago di Penne. L'inchiesta, risalente al 2008, vedeva l'attuale governatore abruzzese accusato di falso e truffa, per fatti riconducibili al suo incarico di presidente della Provincia, ricoperto tra il 1995 il 1999. In base all'impianto accusatorio, delineato dal pm Gennaro Varone, l'appalto per la realizzazione della strada Mare-Monti sarebbe stato stravolto con l'obiettivo di renderlo vantaggioso per l'impresa Toto Costruzioni Spa. Gli altri imputati, che insieme a D'Alfonso e agli esponenti della famiglia Toto erano accusati, a vario titolo, di corruzione, truffa aggravata, falso ideologico e concussione, erano il progettista della strada, Carlo Strassil, il responsabile del procedimento ed ex provveditore alle opere pubbliche della Regione Toscana, Fabio De Santis, il commissario straordinario Valeria Olivieri, il membro del Cda della Toto Costruzioni, Cesare Ramadori, il direttore dei lavori, Paolo Lalli, il dirigente dell'Anas Michele Minenna e Angelo Di Ninno, funzionario incaricato dalla Provincia di Pescara di valutare l'incidenza ambientale della variante. L'udienza è stata aggiornata al prossimo 30 maggio e alla ripresa del processo l'accusa punterà a dimostrare le responsabilità amministrative delle società e degli enti.