Il cantiere della strada "Mare-monti"

Pescara, indagato per tentata estorsione a D'Alfonso

E' il super testimone del processo Mare Monti, avrebbe chiesto 130mila euro al governatore. Che ha fatto ricorso contro la prescrizione per puntare all'assoluzione nel merito

PESCARA. I carabinieri forestali di Pescara hanno notificato un avviso di garanzia nei confronti di Giuseppe Cantagallo per estorsione ai danni del governatore d'Abruzzo Luciano D'Alfonso. Cantagallo è il super testimone dell'inchiesta "Mare Monti" svolta dai Forestali che nel 2008 portò ad arresti e sequestri in merito al progetto di variante di una strada di 12 chilometri nel comune di Penne (Pescara) per un valore di 70 milioni. In quell'occasione furono indagati per corruzione funzionari pubblici oltre che politici ed imprenditori. A quanto si è appreso Cantagallo avrebbe chiesto 130mila euro a D'Alfonso - che all'epoca fu indagato poi prescritto - per «non rendere la propria testimonianza in data 21 novembre 2017 davanti al tribunale di Pescara con la prospettazione di minaccia che solo nel primo caso lo stesso avrebbe potuto evitare di rendere rappresentanzione di fatti processuali pregiudizievoli alla posizione di D'Alfonso». È stato lo stesso D'Alfonso a presentare denuncia. Cantagallo, 72enne di Penne, sarà ascoltato dalla Procura di Pescara il prossimo 29 marzo.

Successivamente si è appreso che i legali di D'Alfonso hanno presentato la richiesta di rinuncia alla prescrizione nel processo Mare-Monti. Il ricorso, del 28 aprile dello scorso anno rispetto alla sentenza del 24 aprile 2017 pronunciata dal Tribunale collegiale di Pescara nel processo "Mare-Monti", che vedeva l'attuale governatore accusato di falso e truffa, per fatti riconducibili al suo incarico di presidente della Provincia ricoperto tra il 1995 il 1999 - come si è appreso - mira all'assoluzione nel merito.