Pescara, la Asl "congela" il concorso per le infermiere

Al bando per 13 posti hanno risposto 606 candidati, ma l’Asl ha rinviato il test. Le candidate: «Siamo penalizzate, sono 5 anni che lavoriamo fuori regione»  

PESCARA. Seicentosei candidati in attesa di un concorso per 13 infermieri, sospeso a data da destinarsi ufficialmente «per motivi di natura organizzativa». Succede nella Asl di Pescara dove, su disposizione del direttore amministrativo Paolo Zappalà, è stata rimandata la prova scritta per l’avviso pubblico di mobilità per titoli e prove, già fissata al 19 ottobre scorso.
Il concorso, bandito dalla Asl l’8 giugno scorso, è volto alla copertura di 13 posti da infermiere, in categoria D, a tempo pieno e indeterminato. Ma, pochi giorni prima della data stabilita per la prova scritta, con un avviso pubblicato sul sito della Asl e una mail inviata a tutti i candidati idonei, è stato comunicato lo spostamento dell’esame «a data da destinarsi», senza un’apparente spiegazione.

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Alle proteste di un gruppo di candidate, iscritte a una graduatoria di mobilità che risale al 2012, e quindi da cinque anni in attesa di poter lavorare in ospedale, si aggiunge la contrarietà del Nursind, l’organizzazione sindacale degli infermieri, che con una nota esprime «perplessità e contrarietà in merito alla designazione di un medico quale presidente della commissione esaminatrice di un concorso per infermieri».
La Asl, invece, fa sapere che si tratta di «un rinvio temporaneo dovuto a motivi di natura organizzativa, visto il gran numero di candidati».
Come ricostruisce il Nursind, lo scorso 24 agosto il direttore generale Armando Mancini ha provveduto alla nomina della commissione esaminatrice dei 606 candidati ammessi al bando di mobilità. In qualità di presidente è stato indicato Stefano Boccabella, direttore medico dell’unità operativa complessa dell’area distrettuale vestina, mentre gli altri due componenti della commissione sono infermieri e il segretario è un assistente amministrativo.
«I membri della commissione esaminatrice», sostiene il sindacato, facendo riferimento alla legge 220 del 2001, «dovrebbero essere scelti tra coloro che sono del tutto operativi e con approfondite conoscenze della professione infermieristica e delle sue esigenze. La ratio della legge è che gli infermieri devono essere valutati dagli stessi infermieri, poiché solo questi conoscono appieno le peculiarità della loro attività».
«Dal buon senso e dal buon governo», aggiunge il sindacato in una nota inviata al manager Mancini, al direttore sanitario Valterio Fortunato, al presidente della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso e all’assessore regionale alla Sanità Silvio Paolucci, «avremmo apprezzato una maggiore considerazione e stima della nostra professione, ineludibile dati i tempi».
«Ci sentiamo penalizzate», raccontano invece alcune candidate ammesse al concorso che tuttavia preferiscono mantenere l’anonimato, «sono circa dieci anni che lavoriamo fuori regione, mentre dal 2012 facciamo parte di una graduatoria di mobilità che va avanti a scorrimento. Finora su 400 persone presenti in lista d’attesa, ne sono state chiamate 187. Abbiamo passato tutti questi anni ad aspettare inutilmente di essere riavvicinate e adesso, una volta bandito il nuovo concorso, non sappiamo né il perché la prova è stata rimandata né se nel frattempo si procederà con lo scorrimento della vecchia graduatoria, che non è stata mai formalmente annullata».
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