Pescara, picchia la moglie per avere i soldi per giocare alle slot machine

Maltrattamenti e minacce alla donna se si rifiutava di dare i soldi al marito per giocare. Ma lei si è rivolta alla polizia

PESCARA. Vivere con un uomo ossessionato del gioco, che chiede costantemente denaro per le macchinette e non vuole sentire ragioni. Altrimenti urla, alza le mani e picchia. Ha subìto tutto questo, e per anni, una donna di Pescara che alla fine ha trovato il coraggio di denunciare il marito, facendo scattare le indagini della polizia. Fino a quando, una volta conclusi gli accertamenti che hanno ricostruito il tormento sofferto in casa da madre e figlio, il giudice per le indagini preliminari, Gianluca Sarandrea, ha imposto all'uomo il divieto di avvicinarsi ai luoghi dove vivono e lavorano la moglie e il figlio, oltre ad alcuni parenti e amici a loro vicini, e impedendogli di avere con loro contatti di qualsiasi genere.

La squadra Mobile diretta da Pierfrancesco Muriana ha saputo del dramma di questa famiglia a maggio, quando la vittima ha denunciato il marito 62enne. Sposati da quasi trent’anni è dalla nascita del figlio, ormai grande, che il marito ha iniziato ad avere atteggiamenti sistematicamente violenti nei confronti della moglie. E a scatenare ira e aggressività è la dipendenza dal gioco d’azzardo, una malattia in grado di far dilapidare patrimoni e distruggere famiglie.

Lo sa bene questa donna che ha visto sfumare i risparmi di una vita per colpa delle macchinette, e ogni volta che ha provato a negare i soldi al marito, costantemente alla ricerca di denaro, ha subito maltrattamenti sotto gli occhi del figlio, cresciuto in un clima di tensione e paura.

«Vergognati», diceva il capofamiglia alla moglie secondo quanto ricostruito dagli investigatori, «mi fai andare sempre senza soldi, sei una s....», costringendola a subire sofferenze fisiche e morali, al punto da rendere «dolorosa e mortificante» la convivenza, come sostiene il giudice. Innumerevoli le aggressioni avvenute in quella casa ricostruite dalla donna quando ha deciso di liberarsi del peso ingombrante che la stava minando interiormente. Già nel 1996, ha raccontato, c’è stato un episodio allarmante: il marito l’ha presa a schiaffi e le ha schiacciato la testa con il materasso solo perché lei lo ha invitato a mangiare in maniera corretta, avendo dei problemi di salute che lo hanno perfino portato in ospedale. Due anni dopo c’è stato un altro fatto angosciante: lei gli ha dato dei soldi per acquistare delle medicine, ma lui è tornato a casa senza denaro e senza farmaci. E quando lei ha provato a chiedere spiegazioni, è stata picchiata. A volte si è vista puntare il coltello alla gola, appena tre mesi fa è riuscita a schivare un bicchiere di vetro che le è stato lanciato contro, e subito dopo è stata colpita con calci e pugni. Quando ha ritirato i soldi dal conto corrente per evitare altre spese folli legate alla ludopatia, il marito se l'è presa non solo con lei ma anche con il figlio, intervenuto per difendere la madre. Lo ha schiaffeggiato, ha scaraventato una sedia e, dopo questa sceneggiata, ha buttato entrambi fuori di casa ma subito ha cominciato a tempestare di chiamate ed sms la moglie.

Nessuna pietà nei confronti della sua vittima, mai. Il 62enne avrebbe avuto il coraggio di prendersela con la donna perfino quando è rientrata a casa dall'ospedale, dove era stata medicata per le percosse subite da lui. Accogliendola in casa le avrebbe lanciato il portafogli addosso lamentandosi di essere senza soldi.

Una escalation senza fine, che ha perfino costretto madre e figlio a cercare rifugio altrove, fino a quando la donna ha deciso di liberarsi rivolgendosi alla squadra Mobile.

Ci aveva già pensato in passato, ma non aveva mai avuto il coraggio, non fino in fondo. In un’occasione è stato il figlio a trattenerla, dopo le suppliche che padre. L'uomo si giustificava con se stesso e con gli altri: «E vabbè, per una sberla», avrebbe detto a chi gli ha chiesto ragione del livido sull’occhio della moglie.

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