Pescara, quaranta famiglie ostaggio di due pitbull a Colle Pineta

I cani appartengono a madre e figlio in cella dal 23 luglio per tentato omicidio

PESCARA. Quaranta famiglie di Colle Pineta sono ostaggio di due pitbull rabbiosi e affamati rinchiusi, da oltre venti giorni, nel recinto all'aperto di una villetta di via Notturno 27 nella quale vivevano in affitto, prima dell'arresto il 23 luglio scorso, Daniela Lo Russo e Michele Gruosso, accusati di aver tentato di uccidere il marito-patrigno con un anticoagulante.

leggi anche: Pescara, tenta di uccidere il marito insieme al figlio: "Allontanata da casa, voleva vendicarsi" Questo il movente che avrebbe mosso Daniela Lo Russo e Michele Gruosso, accusati dai carabinieri di aver fatto picchiare e poi avvelenato con il Coumadin (un anticoagulante) e l'En (uno psicofarmaco) l'imprenditore finito per ben sei volte al pronto soccorso per gli improvvisi sanguinamenti. AI domiciliari il giovane assoldato per picchiare la vittima, ricercato il complice. Le indagini partite da una denuncia per tentato stupro

Madre e figlio, proprietari dei cani, sono in carcere e agli animali viene riservato uguale destino nel giardino dell'abitazione ridotto ormai in uno stato «igienico sanitario da collasso, con urina e feci sparse ovunque»: così denunciano i residenti (che hanno inoltrato appelli alla Asl, Comune, polizia municipale, polizia e carabinieri) Giuseppe Cicalini, Barbara Cicalini, Liliana Prosperi, Chiara Rovella, Ermanno Smaldino, Anna Ruggeri e Nevio Mammarella, in rappresentanza dei condomini di via Notturno e via Lago Isoletta, civici 9 e 11, i quali, da giorni vivono nel terrore che i pitbull, Mia e Arturo, possano saltare la recinzione e attaccare i passanti.

E' già successo nei giorni scorsi a Giuseppe Cicalini, 73 anni, vittima della sofferenza di uno dei due cani: «Ho vissuto», racconta il pensionato che ha denunciato l'accaduto ai carabinieri, «il quarto d'ora più terribile della mia vita. Il pitbull ha scavalcato l'inferriata, mi è saltato addosso ringhiando, si è aggrappato ai pantaloni e li ha strappati con i denti. Fortunatamente ne sono uscito indenne, solo tanto spavento, ho dovuto farmi forza per non perdere l'equilibrio e cadere, altrimenti mi avrebbe azzannato al collo».

In questo stato di ansia vivono, ormai da settimane, i residenti, gli unici a occuparsi materialmente degli animali, malgrado non siano autorizzati.

«Abbiamo paura che i cani possano saltare i cancelli perché sono affamati e stremati. Attraverso le inferriate noi li sfamiamo con le crocchette e li abbeveriamo, anche per tenerli più calmi, perché di notte litigano e si azzannano, ma non siamo autorizzati a farlo. Sembra, da come abbiamo sentito, che i cani siano stati affidati dalle autorità sanitarie a una ragazza, ma abbiamo visto la signora solo una o due volte portare cibo agli animali, che hanno bisogno urgente di cure e pulizie».

«Noi certo», proseguono i residenti, «non possiamo entrare nella proprietà privata (appartiene ai signori Pagano, ma neppure loro sono intervenuti), ma dobbiamo difenderci e non sappiamo che altro fare. Il fetore della sporcizia raggiunge le nostre case e da giorni teniamo le finestre sigillate, non dormiamo più a causa dei guaiti notturni e delle liti tra le bestiole. Amiamo gli animali, ognuno di noi ne ha uno in casa e stiamo cercando, come possibile, di aiutare Mia e Arturo a sopravvivere ma la situazione sta diventando sempre più pericolosa per noi. Qui intorno ci sono anche dei bambini e il rischio che i cani si aggrappino e saltino la cancellata che circonda il giardino, è altissimo. E' già successo e può accadere ancora e nelle condizioni rabbiose in cui si trovano i pitbull, potrebbe accadere di tutto, perché sono incontrollabili».

I cittadini hanno tentato di attirare l'attenzione inviando appelli alla Asl, al Comune, alla polizia municipale, alla polizia e ai carabinieri «ma nessuno ci dà ascolto, nessuno interviene» e il «prossimo passo sarà un esposto in procura».

In una lettera inviata da Liliana Prosperi al sindaco Marco Alessandrini e all'assessore Sandra Santavenere, si legge che «i cani vivono in uno stato di abbandono e pur provvedendo personalmente al loro sostentamento, attraverso le fessure del cancello, ritengo sia necessario e urgente un vostro intervento».

Stesse comunicazioni sono state inoltrate ai carabinieri del comando regionale, «ma dopo un penoso rimbalzo di competenze, mi sono sentita rispondere da un appuntato: “Signora, lei si sta preoccupando troppo per i cani, a questo punto se li prenda lei"».

Il 2 agosto scorso, i residenti di via Lago Isoletta hanno informato il Comune, servizio tutela mondo animale - missiva indirizzata all'attenzione di Enrica Apolo e per conoscenza alla polizia municipale - che «a seguito dell'arresto dei legittimi proprietari, i due pitbull versano in uno stato di cattività e cominciano a sbranarsi tra loro, abbaiando e guaendo giorno e notte, rendendo la vita impossibile ai condomini e ai loro animali» e sottolineato che «c'è stata già una denuncia ai carabinieri in seguito all'aggressione di uno dei due cani, tenuti incustoditi e in condizioni igieniche sanitarie da collasso, in quanto da tre settimane non vengono rimosse feci e pipì».

L'aggressività dei pitbull si è, peraltro, scatenata contro le sdraio da giardino, spiumate e ridotte a brandelli. Il 5 agosto scorso, alle 14,10, un’ispezione del Dipartimento di prevenzione e vigilanza igienico sanitaria della Asl, rileva che «si nota la presenza di escrementi e residui alimentari», ma che «comunque i cani vengono alimentati e abbeverati dai residenti». I cittadini esasperati avvertono che, se «nessuna delle autorità interpellate risolverà a breve la situazione, anche affidando gli animali a un canile municipale, partirà l'esposto in procura».

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