Pescara, soccorsi 150 senzatetto notte in hotel e dormitorio

Accampati sotto i ponti e in strada, stranieri e disperati salvati dall’assideramento. Allegrino: «I cittadini ci segnalino le emergenze, operatori sempre in prima linea»

PESCARA. Sono circa 150 i senza dimora che, nei giorni di neve e gelo, sono stati accolti in due hotel messi a disposizione dal Comune e nel dormitorio della Caritas. Tra loro, italiani e stranieri, ci sono anche una coppia che fino a qualche giorno fa dormiva vicino all'ospedale e un africano che è stato intercettato sotto un ponte ed era infreddolito al punto tale da rischiare l'assideramento. Una donna avvicinata più volte nella zona del centro, invece, ha rifiutato l'assistenza, nonostante sia stata ripetutamente invitata ad andare in hotel dagli operatori che ogni sera scendono in strada per soccorrere chi non ha una casa.

È assessore comunale Antonella Allegrino a fare il punto della situazione del progetto che prevede la sistemazione in due hotel dei senzatetto, in questo periodo di grande freddo: un progetto che scade oggi ma che sicuramente «sarà prorogato», dice proprio l'assessore sottolineando che «l'organizzazione predisposta nelle scorse settimane ha funzionato bene». E a parlare sono i numeri. «Nelle due strutture convenzionate», dice l'assessore, «sono state inserite 92 persone, mentre sono una sessantina coloro che hanno accoglienza negli spazi della Caritas». Se è stato possibile raggiungere questi risultati è grazie al «lavoro di accompagnamento nelle strutture» effettuato nel periodo delle feste, e di grande freddo, dalla rete di operatori costituita dall'assessorato al Welfare. Una rete che comprende dieci realtà i cui operatori raggiungono ogni sera i senza dimora, entrano in contatto con loro, offrono qualcosa di caldo da bere o una coperta e li invitano a spostarsi in una struttura chiusa e accogliente, lasciando le sistemazioni di fortuna che scelgono di volta in volta. «Ci sono delle persone che non hanno affatto intenzione di lasciare la strada, e sono all’incirca una quindicina, ma vengono costantemente monitorate», e poi ci sono quelle che, proprio a causa delle temperature rigide, si sono spostate in edifici privati, magari abbandonati, «quindi non sono rintracciabili dalle unità di strada».

Per individuare chi non ha una casa e ha bisogno di aiuto, anche se non lo cerca, il Comune ha attivato un numero di telefono (349 7856242) a cui ogni cittadino può rivolgersi e segnalare i casi di cui è a conoscenza. Negli ultimi giorni ha risposto l'assessore Allegrino, rimasta piacevolmente colpita dallo «spirito collaborativo e compassionevole dei pescaresi» che stanno utilizzando questo servizio, indicando al Comune dove intervenire.

L'assessore non intende fermarsi a questa forma di assistenza, che pure è importante. Pensando ai circa 200 clochard che si contano a Pescara, l'Allegrino sta lavorando su un obiettivo più ambizioso, ma la soluzione al fenomeno «non può essere un dormitorio, che è qualcosa di momentaneo». Pensa, invece, ad «un progetto di housing first, cioè forme innovative di abitazione in cui collocare i senza dimora. In queste case vanno inserite delle équipe multidisciplinari che si occupino dell'accompagnamento dei senzatetto in percorsi di inclusione sociale. Si può puntare così, con una assistenza metodica e sistematica, al recupero della dignità dei senzatetto, con l'avvio a soluzione dei disagi che vivono e dei problemi di cui sono portatori, che possono essere sia di carattere psicologico che sociale». Per realizzare un’iniziativa del genere si potrebbe accedere ai fondi nazionali ed europei, da «intercettare con la Regione» ma intanto «piccole forme di sperimentazione possono essere fatte con i volontari e gli operatori». Una cosa è certa: «Il contrasto alla marginalità estrema va pensato seguendo delle forme innovative».

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