Pescara, stop alle auto dal 12 gennaio tutti i martedì e giovedì

Targhe alterne per 3 mesi nell’intera città. Le prime a fermarsi saranno le dispari. Ordinanza del sindaco per abbassare a 19 gradi il riscaldamento nelle abitazioni

PESCARA. Tre misure da attuare nell'immediato, per ridurre lo smog, mentre le altre sono ancora da elaborare. A gennaio prenderà il via la circolazione a targhe alterne in tutta la città, due giorni a settimana, il martedì e il giovedì, e non tutti i giorni come ipotizzato in un primo momento dal Comune. Si comincia il 12 gennaio, quando potranno circolare i mezzi con targhe pari mentre il 14 potranno muoversi i veicoli con le targhe dispari, salvo cambiamenti di programma. Il divieto sarà in vigore sia di mattina che di pomeriggio e si andrà avanti così fino a marzo.

Da ieri, poi, c'è un'ordinanza del sindaco Marco Alessandrini che riduce di un grado la temperatura consentita nelle abitazioni, portandola da 20 a 19 gradi, e il Comune si sta organizzando con la società Attiva per il lavaggio delle strade, quanto meno nelle zone centrali.

L'annuncio è arrivato ieri nel corso di un incontro, molto partecipato, con le associazioni ambientaliste e quelle che si occupano di mobilità, i rappresentanti dei commercianti e degli artigiani, la società Tua e l'Aci, tutti chiamati a dare un contributo di idee sui provvedimenti da adottare per contrastare l’inquinamento atmosferico, che rappresenta l’emergenza di Pescara come di molte altre città, e non solo da oggi ma da anni. Il Comune non ha intenzione di fermarsi alle targhe alterne ma vuole andare oltre, come ha annunciato il vice sindaco Enzo Del Vecchio, perché «questa situazione deve servire ad acquisire la consapevolezza che qualcosa che va cambiato», nella mobilità, e si deve puntare a «una rivoluzione copernicana» con la riduzione dei veicoli in circolazione e l’aumento di chi si sposta a piedi, in bici o con i mezzi pubblici, dai bus ai treni. È chiaro che i tempi «non sono brevi» e gli strumenti da mettere in piedi sono diversi (primo tra tutti il Piano traffico), anche d’intesa con altri Comuni, pensando pure a un piano regolatore dei tempi, per monitorare ingressi e spostamenti delle auto, mentre per le piste ciclabili «sono stati già previsti fondi per 250mila euro».

Il Comune sta pensando di muoversi su più direzioni, ma le misure sono ancora tutte da studiare. «Si sta ipotizzando», ha detto Del Vecchio, «di assicurare il parcheggio gratuito alle auto elettriche e di aumentare il costo del parcheggio, per disincentivare l’uso dell’auto». E si potrebbe pensare di differenziare le tariffe in base al tipo di auto, distinguendo tra più e meno inquinanti. Potrebbe essere un modo per spingere ad usare i bus, per i quali vanno «promosse le corsie preferenziali, e con le società di trasporto si dovrà fare in modo di servire meglio le zone mal collegate, in modo da rendere competitivo il servizio». Tra le ipotesi in campo c’è anche la «sperimentazione della pedonalizzazione della riviera, a primavera».

Nel frattempo, si comincia con le targhe alterne, «una misura di avvio interessante che potrebbe dare dei risultati», ha commentato Del Vecchio che ieri ha incassato il parere favorevole di Silvia Tauro (Legambiente) sugli effetti positivi attesi «a lungo termine» da questo stop alla circolazione. Nei giorni in cui si muoveranno solo i veicoli con targhe pari o solo quelli con targhe dispari il Comune vorrebbe utilizzare un contamacchine, per capire le conseguenze della limitazione, sapendo ad esempio che «ogni giorno transitano 74mila auto su via De Gasperi».

Alcune associazioni, piccole e grandi, si battono per un uso maggiore di bici, bus e treni, e lanciano proposte per una cultura alternativa a quella imperante. Chiedono che si faccia in modo che pullman e vagoni si riempiano e non viaggino più vuoti, anche in considerazione del costo pubblico del servizio, come ha fatto ieri Fabrizio Montefusco (Ciclisti anonimi). Ma altri non ne vogliono sapere di blocchi del traffico. La Confcommercio, con Riccardo Padovano, ha sottolineato i «danni enormi» che si prospettano per le attività economiche, «concentrate in centro«, nel caso in cui si dovesse fermare la circolazione. La Confesercenti, con il presidente Raffaele Fava e il direttore Gianni Taucci, ha chiesto che «non ci siano decisioni isolate di singoli Comuni, ma una scelta forte dell'intera area metropolitana» perché con i divieti alla circolazione c’è il rischio che «le auto si spostino dal centro cittadino ai centri commerciali». Per Carmine Salce (Cna), si devono assumere scelte con un «impatto minimo sulle attività» e bisogna «programmare a lungo termine» mentre Pescarabici, con Laura Di Russo, ha rilanciato una serie di idee che portino ad abbandonare le auto. Anche l’Aci, con Giampiero Sartorelli, è convinta che il problema sia culturale perché «bisogna smetterla di pensare che si debba andare in centro in macchina, ma i mezzi pubblici devono essere più efficienti», come ha chiesto anche Nicoletta Di Francesco del Wwf, mentre i rappresentanti della società Tua hanno assicurato la disponibilità della società a «lavorare sulle richieste dell’amministrazione». C’è poi chi vorrebbe misure «ancora più radicali, con investimenti sulle piste ciclabili e non sui ponti che conducono in centro», ha suggerito Augusto De Sanctis, del Forum movimenti per l’acqua.

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