Pescara tra le sette città più calde d’Italia 

All’ospedale reparti sovraffollati, ma nessuna emergenza. A Chirurgia 1 ferie e riposi bloccati per mancanza di personale

PESCARA. Pescara è nella lista delle 7 città più calde d'Italia (35 gradi la massima percepita). Lo segnala il bollettino sulle ondate di calore del ministero della Salute che lancia l'allerta meteo: fino a giovedì bollino rosso a Pescara insieme ad Ancona, Cagliari, Campobasso, Frosinone, Latina, Perugia (da domani anche Roma e Rieti).
In ospedale, al momento, anche se è in aumento il numero dei ricoveri per patologie varie, non si registra una vera emergenza legata all'afflusso di pazienti che ricorrono alle cure del pronto soccorso per colpi di calore o malori in generale dovuti al caldo.

Per quanto la direzione sanitaria della Asl di Pescara abbia fatto sapere di aver «provveduto all'assunzione temporanea di venti unità interinali tra infermieri e operatori socio sanitari (Oss) in tutti i presidi della Asl per consentire a tutti il turn over delle ferie», alcuni reparti del Santo Spirito, come Chirurgia 1, sembrano essere in affanno da un punto di vista della carenza di personale, secondo gli allarmi lanciati dai sindacalisti della Uil Fpl (Unione italiana del lavoro federazione poteri locali) provinciale Pasquale Di Taranto e Francesco Marcucci. Entrambi lamentano, innanzitutto, il fatto che da più di sei mesi è vacante il posto di direttore sanitario di presidio (per "collocamento in quiescenza" di Valerio Cortesi) occupato ad interim da Rossano Di Luzio.
Una figura importante, quella del direttore sanitario di presidio, perché tra i compiti istituzionali vi è il coordinamento «della gestione operativa dell'intera struttura ospedaliera». Gestione operativa che secondo il sindacato viene a mancare «a tutto danno dell'utenza e del personale che salta le ferie».
Per tale ragione, Di Taranto, in una lettera inviata ieri al direttore generale Armando Mancini, al direttore sanitario Valterio Fortunato e al direttore medico della Chirurgia 1 Ettore Colangelo, segnala «la grave situazione assistenziale di Chirurgia 1 con 9 infermieri (ma ne servirebbero 15) e 1 Oss (invece di 6) che devono garantire assistenza a 23 ricoverati per tre turni: 7-14, 14-21, 21-7. Risultato: l'assistenza ai pazienti è al di sotto del minimo e al personale vengono bloccate le ferie e i riposi dovuti». Il primario di Chirurgia 1 , Ettore Colangelo (in carica dal 6 novembre 2011) replica rassicurando che «malgrado le difficoltà che abbiamo ogni anno in questo periodo e con queste temperature, si va avanti lo stesso, considerando anche che l'attività operatoria andrà via via riducendosi verso il mese di agosto con i turni di ferie. Anche se le urgenze, ovviamente, saranno sempre garantite. Oltre a ciò, la direzione generale ha emanato una comunicazione per 64 assunzioni entro l'anno».
Chirurgia 1, venti posti letti ordinari più due in day hospital, effettua un migliaio di interventi l'anno di chirurgia oncologica e generale, traumatologia, neoplasie. Più tranquilla la situazione a Chirurgia 2 dove sembra essere sotto controllo il flusso dei ricoveri, in linea con la media stagionale. Il direttore sanitario del presidio facente funzioni, Rossano Di Luzio, informa che «i reparti di Medicina, Geriatria e Cardiologia registrano un sovraffollamento, ma nella norma. In Geriatria tra ieri e oggi non ci sono stati specifici ricoveri per colpi di calore. Attualmente sono occupati 57 posti su 46 e in Medicina 39 su 30 ma nessun letto in corridoio».
Perché i pazienti vengono spesso trasferiti e temporaneamente allocati in altri reparti dello Spirito Santo.
La Uil Fpl, in una nota, segnala, infine, che nelle intenzioni della direzione generale non vi sarebbe la preoccupazione di dotare la struttura ospedaliera di un nuovo direttore sanitario bensì quella di conferire una superiore funzione di coordinamento dei presidi», e conclude auspicando «un ravvedimento della direzione strategica in merito a scelte che potrebbero spostare l'attenzione delle esigenze di pochi individui alle esigenze di salute della collettività locale».
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