il progetto

Pescara, una barriera mobile contro i liquami del fiume

L'architetto Catani ha proposto in Comune un sistema galleggiante che favorisce il passaggio delle acque dolci dalla diga foranea verso il largo. Costo previsto: 400 mila euro finanziati dalla Regione

PESCARA. Un sistema di barriere mobili galleggianti, a carattere temporaneo, che sfruttando la leggerezza delle acque dolci rispetto a quelle salate, convoglierà le acque del fiume al largo della diga foranea di Pescara, con l'obiettivo di ridurre l'inquinamento del mare. Il progetto, che costerà circa 400 mila euro e sarà finanziato dalla Regione, è stato presentato questa mattina a Pescara dal sindaco Marco Alessandrini, dal vice sindaco Enzo Del Vecchio, dal presidente del Consiglio Comunale Antonio Blasioli, dal sottosegretario regionale con delega all'Ambiente Mario Mazzocca, dai consiglieri comunali di maggioranza Riccardo Padovano e Pietro Giampietro, e dall'architetto responsabile del progetto Nino Catani. «Mancano ancora alcuni dettagli legati al quadro finanziario, alla tempistica e alla cantierizzazione dell'opera - ha spiegato Mazzocca -. Tuttavia siamo a buon punto, l'ufficializzazione dovrebbe arrivare nei prossimi 10 giorni ed entro la prima metà di giugno l'impianto sarà già installato e funzionante». Il sindaco Alessandrini ha spiegato: «Questo intervento, insieme ad altri che stiamo mettendo in campo, mira a rendere balneabile il mare di Pescara». Al riguardo i rappresentanti dell'amministrazione pescarese non se la sentono di fornire certezze. «Ad ogni modo - ha precisato il vice sindaco - con quest'opera la balneabilità del mare sarà più che un auspicio». La barriera mobile, realizzata con materiali compatibili, dalla lunghezza di circa 800 metri e dalla profondità costante di 2 metri e 50, verrà installata a partire dal molo nord del porto cittadino, in parallelo rispetto al lungomare. «In questo modo verrà superato l'effetto tappo della diga foranea, impedendo alle acque dolci di finire verso la spiaggia e indirizzando le acque del fiume verso il largo - ha spiegato Catani -. Sarà possibile utilizzare la struttura per tutta la stagione balneare, riponendola successivamente in magazzino, per poi eventualmente tornare ad utilizzarla qualora ce ne fosse bisogno. Strutture simili - ha proseguito l'architetto - sono già state utilizzate in diversi laghi italiani e nel mare Adriatico per arginare gli sversamenti di idrocarburi». La soluzione definitiva, legata all'abbattimento della diga foranea, passerà per l'approvazione del nuovo piano regolatore portuale. «Anche su questo fronte siamo in dirittura d'arrivo - ha spiegato Del Vecchio -. Abbiamo mandato tutte le carte al Consiglio superiore dei lavori pubblici ed entro un mese e mezzo avremo terminato».