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Pesce, porto chiuso e prezzi alle stelle

PESCARA. «Con il porto chiuso, andiamo a prendere il pesce da vendere, a Ortona o a Giulianova: io vado a Ortona dove ci sono sette barche contro le 40 che ci sono a Pescara. È chiaro che, con la...

PESCARA. «Con il porto chiuso, andiamo a prendere il pesce da vendere, a Ortona o a Giulianova: io vado a Ortona dove ci sono sette barche contro le 40 che ci sono a Pescara. È chiaro che, con la domanda che è sempre la stessa, i prezzi per noi commercianti sono aumentati del doppio». Paolo Cialdella è arrabbiato quanto i pescatori per il mancato dragaggio.

«Per noi che vendiamo pesce nostrano e non d’importazione, avere il porto chiuso da tutto questo tempo è un disastro, perchè è vero che abbiamo aumentato i prezzi anche noi, ma riguadagnandoci sempre meno».

Un esempio per tutti, i prodotti stagionali come calamari, seppie e mazzancolle: il raddoppio dei prezzi, per i commercianti, si riversa sui consumatori che rispetto all’anno scorso si trovano a pagare un chilo di mazzancolle 6 euro in più al chilo (il prezzo è passato da 19 a 25 euro), sei euro in più anche per le seppie (da 14 a 20 euro) e addirittura 15 euro in più per gli scampi: contro i 35 euro al chilo del 2011, si è saliti a 50 euro che, in qualche caso, possono toccare anche i 70 euro. Ma se c’è chi è disposto a spendere, pur di mangiare pesce fresco dell’Adriatico, è pur vero che c’è stata una diminuzione nelle vendite. «Circa il 20 per cento in meno rispetto al 2011», spiega ancora Cialdella, «anche perchè con il porto chiuso da tutto questo tempo, per molti si è creato l’equivoco che c’è il fermo biologico, e il pesce non lo cerca proprio». Per tutto questo Cialdella, come molti suoi colleghi, oggi manifesterà al fianco dei pescatori: «Un problema loro si riversa su di noi, siamo sulla stessa barca».©RIPRODUZIONE RISERVATA