Pistoletto, prove di Paradiso nelle strade dell'Aquila / Video

In tanti per l’opera collettiva del maestro: un immenso “infinito” colorato davanti all’ingresso del parco del Castello

L’AQUILA. Un immenso “infinito” colorato davanti all’ingresso del parco del Castello, frutto di un’opera collettiva in cui decine di persone ieri pomeriggio hanno dato il loro piccolo contributo. Ragazzi, bambini, famiglie, docenti, operai, fotografi, semplici curiosi: in tantissimi si sono lasciati coinvolgere nell’opera collettiva di Michelangelo Pistoletto, uno dei massimi esponenti dell’arte contemporanea, animatore e protagonista della corrente dell’Arte Povera e anticipatore delle pratiche artistiche di partecipazione. Muniti di “callarelle” nere o arancioni, riempite di acqua e colore, in decine hanno contribuito a disegnare il simbolo dell’infinito sul selciato di breccia davanti all’Auditorium di Renzo Piano, sotto la regia del “maestro”. È “Terzo Paradiso – L’ACquila”, l’opera forse più celebre di Pistoletto, quella che unisce gli uomini di tutto il mondo nello stesso messaggio universalmente compreso: quello del rispetto dell’uomo, della spinta alla vita, della protezione della natura contro lo scempio della crescita economica a tutti i costi.

Il Paradiso, in questo simbolo, per Pistoletto, non si identifica con «l’inafferabilità dell’infinito, ma con la concretezza del finito, cioè di quella realtà pratica di cui noi stessi siamo autori», spiega l’artista in un’intervista pubblicata da “Mu6”, trimestrale di arte che ha invitato «lo straordinario ambasciatore dell'arte contemporanea italiana nel mondo a portare in città il suo messaggio e la sua installazione del simbolo del Terzo Paradiso». Una performance riuscitissima, complice anche una giornata di sole e caldo che ha attirato al Parco tanti visitatori, mentre in mattinata Pistoletto ha annunciato un altro innovativo progetto ideato insieme al maestro Carlo Crivelli, direttore dell’Orchestra “Città aperta”: il concerto mondiale in rete che partirà dal capoluogo abruzzese toccando contemporaneamente quattro Paesi, dal titolo “Sinfonia specchiante del Terzo Paradiso per L’Aquila”.

«Vorrei che questa città, dove già c’erano arte, scuola, cultura e tutte le attività creative, recuperasse speranza», ha detto Pistoletto. «Terzo Paradiso nasce dall’arte, ma penetra nel sociale, trasformando la speranza in realtà. Nella situazione aquilana è un messaggio per riportare vita e colore».

Prima di cominciare, Pistoletto ha distribuito autografi, dediche e concesso foto all’ingresso dell’Auditorium di Piano. C’è stato tempo anche per intrattenere una breve ma seguitissima lezione di filosofia che ha coinvolto Simone Gozzano, ordinario di Logica e filosofia della scienza e direttore del Dipartimento di Scienze umane, la rettrice dell’ateneo aquilano, Paola Inverardi, la docente di Lingua spagnola Marìa Jose Flores, la docente di Linguistica generale Anna Maria Thorton e diversi giovani artisti. «L’arte è un segno che deve essere riempito con un messaggio che solo noi possiamo darle», ha spiegato l’artista, «ma deve riappropriarsi della sua funzione, deve tornare a essere un “servizio”, ma non “a servizio” di qualcuno, bensì deve mantenere la sua verità di fondo, la sua autonomia e responsabilità». E dopo la promessa della rettrice di invitare l’artista a tenere una lezione all’università, la performance è partita, con il suo fiume di secchi carichi di acqua colorata, un segno d’infinito e di rinascita.

©RIPRODUZIONE RISERVATA