Ponte del mare senza manutenzioni dal 2012

Del Vecchio: «La passata amministrazione irresponsabile, noi riprendiamo i controlli dell’opera»

PESCARA. Per quasi tre anni, il Ponte del mare è rimasto senza manutenzione. A rivelarlo è stato ieri il vice sindaco Enzo Del Vecchio, giustificando così la spesa di 96.990 euro che il Comune deve sostenere per procedere alla manutenzione delle parti metalliche, quelle considerate maggiormente soggette a corrosione.

«A parte gli interventi di manutenzione obbligatoria in carico ai realizzatori», ha detto Del Vecchio, «il Ponte del mare aspetta dal 2012 le attività di ispezione, monitoraggio e manutenzione rinviate ad un futuro non meglio precisato da parte di chi ci ha preceduto». «Cosa diversa da chi ha preso in carico la città con il suo evidente bisogno di manutenzione», ha fatto presente, «l’atto di determinazione dirigenziale, pronto per dare effetti esecutivi con il competente settore gare e contratti, è un atto che impegna la spesa, che quindi impiega risorse disponibili, perché stanziate in bilancio, non rinviandole ad alcun futuro prossimo e rispecchiando in pieno la volontà di questa amministrazione di fare manutenzione e proteggere le opere realizzate, anche per non spendere cifre di gran lunga più elevate in futuro».

«Qui parliamo di manutenzioni richieste dal 2012 e mai concesse», ha spiegato Del Vecchio, «il piano doveva essere finanziato e non lo è stato con un gesto di forte irresponsabilità da parte di chi ci ha preceduto, gli stessi che hanno determinato le sorti del bilancio comunale».

Il vice sindaco ha fatto presente, in proposito, che la manutenzione al ponte era stata sollecitata anni fa dallo stesso Mario De Miranda, progettista strutturale dell’opera, in occasione della presentazione del libro sul Ponte del mare. «Il professore», ha rivelato Del Vecchio, «illustrando le attività svolte all’atto dell’incidente occorso a una campata (da parte della draga di un motopontone, ndr), disse che bisognava assolutamente attuare il piano di manutenzione perché il ponte è un’opera vivente, quindi soggetta a corrosione». «Invece», ha concluso, «scontiamo quasi tre anni di ritardo e più tardi la si attiverà e meno il ponte durerà».

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