Porto di nuovo insabbiato, la marineria di Pescara va in tilt

Gli armatori lanciano l’allarme: "Rischiamo di arenarci per entrare e uscire dallo scalo, così non si può più navigare"

PESCARA. A poche settimane dalla conclusione dei lavori di dragaggio, il porto canale è di nuovo in emergenza. Nella darsena stanno emergendo degli isolotti di sabbia e limo che impediscono la navigazione anche alle barche più piccole. Una situazione di drammatica che si pensava superata con il dragaggio effettuato l’anno scorso e quello che si è svolto nel mese di marzo scorso per togliere 25mila metri cubi di fango.

Evidentemente, non è bastato, perché nella parte centrale del porto, dove solitamente attraccano le imbarcazioni più piccole, la navigazione è diventata quasi impossibile. In ampi tratti della darsena il fondo è a pochi centimetri di profondità e, per superare le banchine di sabbia e limo, le barche sono costrette a fare una gimkana per evitare di arenarsi. «Utilizziamo un piccolo corridoio lato ovest del porto canale per entrare ed uscire», spiega un pescatore che vuole rimanere anonimo, «ma tra qualche giorno dovremo rinunciare anche a quello, perché le condizioni dello scalo marittimo continuano a peggiorare».

I pescatori, del resto, sapevano che il dragaggio effettuato il mese scorso non sarebbe bastato. Ma nessuno poteva immaginare che l’emergenza per i bassi fondali potesse riesplodere in così breve tempo. I lavori di dragaggio erano ricominciati il primo marzo scorso con la movimentazione di 25mila metri cubi di sedimenti dalla darsena commerciale. L’intervento era stato realizzato a cura del Provveditorato interregionale per le opere pubbliche del Lazio, Abruzzo e Sardegna. Le operazioni erano state eseguite in circa 30 giorni lavorativi. Gli interventi erano stati affidati dalla società Lmd, di Venezia, con la Motobetta Rex di 459 tonnellate di stazza e 60 metri di lunghezza. «Le operazioni», aveva fatto sapere la Capitaneria di porto, «prevedono il prelievo dei sedimenti nella darsena commerciale, il carico nella stiva dell’unità nautica e il trasporto dei materiali negli specchi acquei immediatamente all’esterno della diga foranea». Per questo, la Capitaneria aveva provveduto ad interdire la navigazione in quel tratto di mare. Ma quell’intervento si è rivelato insufficiente, perché nello stesso specchio d’acqua dragato ora, a poche settimane di distanza, stanno emergendo degli isolotti di sabbia. Esprime forte preoccupazione Mimmo Grosso, presidente dell’Associazione degli armatori. «La navigazione all’interno del porto sta diventando sempre più pericolosa», afferma, «lo scalo si è insabbiato di nuovo e per entrare ed uscire con i pescherecci è diventato difficile». «Ma la nostra categoria deve fare i conti anche con un altro problema grave», conclude, «le imbarcazioni pescano sempre meno, il pesce sta diminuendo».

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