Prete accusato di abusi a Pescara, il quartiere a messa tra sospetti e preghiera

Il sostituto di don Vito parla ai fedeli e cita il Vangelo di Giovanni: «Questo non è un luogo di mercato»

PESCARA. «Raga’ dovete rispondere. Forza: dite amen». Ieri, don Andrea Cericola, il parroco che 16 mesi fa è stato chiamato a sostituire don Vito Cantò alla guida della parrocchia di San Camillo de Lellis a Villa Raspa di Spoltore, ha celebrato, forse, la sua messa più difficile. L’ha fatto con il sorriso, battezzando un neonato e parlando a bambini e ragazzi «anche di cose brutte». Davanti si è trovato i banchi gremiti, con i fedeli scossi dalla notizia dell’inchiesta su presunti abusi sessuali commessi da don Vito. Con i giornali in edicola, in via Parigi, la strada dei palazzi spuntati in un pugno di anni, è tornata quella ridda di voci che, nell’estate dell’anno scorso, ha accompagnato l’uscita di scena di don Vito, un addio improvviso e inspiegabile arrivato nel giorno di un matrimonio già fissato: «Gli sposi si sono ritrovati un altro prete», racconta un parrocchiano.

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Chi dice di averli visti e chi dice di no, si è parlato ancora di manifestini contro don Vito spuntati, prima della sospensione decisa dall’arcivescovo Tommaso Valentinetti, sui muri del quartiere. «Sospetti su don Vito? Voci», dice un altro residente. «Voci», ricorda un altro ancora, «diventate sempre più insistenti con la sua sostituzione».

Alla guida della chiesa è arrivato don Andrea, ingegnere di 39 anni e sacerdote dal 2011: è stato lui a ritrovarsi sulle spalle il compito di ridare serenità a una comunità solcata dai sospetti. Anche ieri don Andrea non si è tirato indietro. Non ha parlato del suo predecessore, ma ha citato il Vangelo di Giovanni con il tempio trasformato «in un luogo di mercato»: «Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe, e i cambiavalute seduti al banco. Fatta allora una sferza di cordicelle, scacciò tutti fuori del tempio con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiavalute e ne rovesciò i banchi».

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Poi, nell’omelia, don Andrea si è rivolto a bambini e ragazzi: «Ho sentito al telegiornale la notizia del rapimento di tante donne e bambini. Le donne sono state fatte schiave. Vi sembra il modo di trattare le persone?», ha chiesto riferendosi all’Isis, «poi, una persona che lavora all’ospedale mi ha raccontato che assiste agli aborti: mi ha detto che ci sono bambini che prima di morire emettono un sibilo, altri che stanno senza cura e senza cibo anche per due o tre giorni e poi muoiono. Avete capito cos’è l’aborto? È una cosa bella o brutta? Ho detto queste cose, non per terrorizzarvi ma per raccontarvi che ci sono cose che succedono. Noi dobbiamo impegnarci a pregare».

È stata anche una giornata di festa al parco dietro alla chiesa con i bambini sulle giostre: un parco dedicato a don Alberto Mambella, storico parroco che ha guidato la parrocchia di San Camillo de Lellis per 37 anni. «Convertite la vostra vita a Dio ogni giorno», questa la frase di don Alberto all’ingresso. (p.l.)

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