Processo a sette ultrà, in arrivo altri video 

La procura integra il materiale probatorio per gli scontri del pre-partita tra Francavilla e L’Aquila

FRANCAVILLA AL MARE. Vi saranno nuove acquisizioni probatorie per venire a capo degli incidenti accaduti prima della partita allo stadio Valle Anzuca tra la locale squadra del Francavilla e la compagine dell’Aquila .
È questa la ragione per cui, ieri, è stata rinviata l’udienza al Tribunale di Chieti, nel processo che vede come imputati sette rappresentanti della tifoseria francavillese coinvolti nel disordini del pre-partita. La procura ha infatti ricevuto nuovi materiali di indagine, video e altre immagini, che potrebbero integrare l’ipotesi accusatoria e chiarire meglio la dinamica degli scontri avvenuti nei pressi dell’impianto sportivo. Nel frattempo, gli avvocati che rappresentano i sette tifosi in sede di giudizio hanno chiesto la revoca delle misure cautelari per tre indagati e il giudice ha rinviato l’udienza al prossimo 22 novembre.
Nel corso dell’udienza del 24 ottobre scorso, erano stati disposti tre arresti domiciliari e quattro obblighi giornalieri di firma, oltre ai Daspo, con il giudice Valentina Ribaudo che ha convalidato i sette arresti disposti in maniera differita (uno dei primi casi di massiccia applicazione della nuova normativa sulla cosiddetta “flagranza differita”). Gli scontri sono avvenuti infatti domenica 22 ottobre e i tifosi arrestati il mattino successivo dai carabinieri. Tutti, tranne uno che in quel momento non era in casa e che poi si è presentato in caserma. Ai domiciliari sono finiti i tifosi che avevano già precedenti specifici: il 40enne Emiliano Coccione, difeso dall’avvocato Gianluca Carlone; Eros Domenicucci, 34 anni e Pasquale Crispino, di 32, entrambi rappresentati dall’avvocato Alessio Di Censo. Per tutti e tre, ieri i legali hanno chiesto la revova della misura cautelare. È andata meglio agli altri quattro: Lorenzo Ballone, 19 anni, difeso da Goffredo Tatozzi; Dario Tosto, di 32, Dario Rossicone, 30, entrambi difesi da Di Censo, e Marco Savini, 30 anni, difeso da Vincenzo Brunetti.
Per loro obbligo di firma e Daspo. La linea difensiva è che lo scontro tra le tifoserie rivali poteva essere evitato se ci fosse stata una più accurata gestione dell’ordine pubblico.
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