Aeroporto in crisi senza fondi della Regione. Di Carlo: «Trovino una soluzione per finanziare il piano marketing»

Pronto un nuovo volo, ma i fondi mancano

Ryanair chiede un altro aereo per sei rotte, il presidente della Saga temporeggia

PESCARA. «La compagnia Ryanair mi ha chiesto di poter attivare un secondo aereo nell’aeroporto d’Abruzzo: un altro aereo significa 6 tratte in più. Che dovevo fare? Ho preso tempo, mancano i soldi». Vittorio Di Carlo è nella Saga da 12 anni: in veste di consigliere, di vice presidente e, dal 2008, di presidente. Ha visto l’aeroporto d’Abruzzo crescere, passare da 70 mila passeggeri a 400 mila e, in questi giorni, ha dovuto frenare l’entusiasmo per un nuovo aereo.

La compagnia irlandese low-cost che offre voli a tariffe inferiori, sta seguendo l’ingarbugliata vicenda dell’aeroporto d’Abruzzo e il presidente della Saga ha dovuto tamponare al telefono la situazione: «Li ho tranquilizzati così: “Solo polemiche politiche”, ma alla richiesta di un secondo aereo ho dovuto temporeggiare». Cos’è successo? L’aeroporto gode di buona salute e, anche se i numeri non sono sfavillanti - i passeggeri nel 2009 sono incrementati dell’1,8% rispetto al 2008 - si è ritagliato un posto dignitoso nel panorama nazionale offrendo ai pescaresi e agli abruzzesi, la comodità di raggiungere Londra, Milano, Francoforte, Parigi e varie città in base alla stagione.

PERCHE’ E’ A RISCHIO La Saga è una società per azioni il cui maggior azionista è la Regione con il 43%, seguita dalle quattro Camere di commercio con il 33%, il Comune di Pescara con il 10%, la Caripe con un altro 10% e il restante 4% a privati. La Saga, il cui presidente è il pescarese Vittorio Di Carlo, si occupa di gestire l’aeroporto, gli aerei, di assistere i passeggeri: questo è stato il compito della società fino al 2001 fin quando, la Regione, come ha raccontato Di Carlo più volte, non ha affidato alla stessa società anche quello di curare il piano marketing, il piano di promozione turistica vitale per le compagnie aeree. «Con la legge 57 del 2001 per la promozione e l’internazionalizzazione dell’aeroporto», dice Di Carlo, «la Regione ha affidato a noi, alla Saga, il compito di presentare un piano marketing. Non era obbligatorio che fossimo noi a curarlo, ma è stato deciso così e abbiamo proceduto. La Regione approvava il piano e poi lo finanziava, ed è sempre accaduto fino al 2008».

NO MARKETING La richiesta di fondi per il piano marketing è cresciuta nel corso degli anni in maniera proporzionale con l’aeroporto: 2 milioni e 700 mila euro nei primi anni Duemila, 3 milioni e 300, 4 milioni e 500 fino ai 4 milioni e 800 mila euro richiesti dalla Saga per il piano del 2009. «Con la delibera del 18 maggio», prosegue Di Carlo, «la Regione ha approvato il piano marketing presentato ma, nonostante le continue richieste, i continui colloqui con gli assessori Morra, Di Dalmazio e Masci, i fondi non sono arrivati».

ENAC Saga e Confcommercio hanno gridato all’allarme: «Se non arrivano i fondi regionali è crisi». E’ un’ipotesi realistica? La mancanza di fondi, a catena, porterebbe all’allontanamento delle compagnie aeree, come potrebbe accadere per la Ryanair e metterebbe a rischio la convenzione trentennale con l’Enac perché la Saga, per sopperire alla mancanza del finanziamento, sarebbe costretta a ricorrere al capitale sociale e a ridurlo sotto la soglia richiesta dall’Enac. «Ricorrere al nostro capitale è un’ipotesi che possiamo prendere in considerazione, ma sarebbe una soluzione temporanea e non definitiva. Cosa faremmo il prossimo anno?».

«LA REGIONE SCELGA» Non è piaciuto, a Di Carlo, il comportamento degli assessori regionali. «Perché la realtà», dice, «è che stanno adombrando la corretta gestione dei fondi. Sono loro che ci hanno affidato il piano marketing e sono loro che adesso non vogliono finanziarlo. A me sta bene qualsiasi soluzione, anche che ci sollevino dall’incombenza di redigere un piano marketing. Siamo stati noi a chiederlo? No. Possono affidarlo all’Aptr o a chi vogliono, basta che decidano».

CDA IN STALLO E intanto, Marco Napoleone, dirigente generale dell’università D’Annunzio di Chieti, è alla finestra.
Dovrebbe essere lui a prendere il posto di Di Carlo, ma la nomina è di competenza della Regione che sta rimandando il rinnovo del presidente e del cda.