Rapine in villa: picchiato in casa ex calciatore

Il racconto del padre di famiglia che ha reagito ai banditi: «Mi sono svegliato e ho trovato uno che rovistava in camera»

PESCARA. «Ho sentito dei rumori in camera e mi sono svegliato pensando che fosse uno dei miei figli. Invece ho aperto gli occhi e mi sono trovato davanti uno sconosciuto che frugava nei cassetti». Inizia così l’incubo vissuto la notte scorsa da un ex calciatore che di fronte al ladro piombato nella sua trifamigliare alle spalle della stazione ha reagito con l’istintivo slancio di proteggere la moglie e i tre bambini di sei, undici e tredici anni, rimediando un paio di pugni e un senso di impotenza difficile da cancellare.

«Erano in tre», va avanti l’uomo di 44 anni originario della Campania, titolare di un paio di negozi di abbigliamento in centro che però chiede l’anonimato, «sono entrati dal balcone del primo piano che era semiaperto e da lì sono riusciti a forzare un’altra porta. Erano a viso scoperto, sicuramente non italiani. Uno era in camera mia a rovistare nei cassetti, gli altri due aspettavano sotto, all’ingresso». Una banda di romeni, secondo i carabinieri che hanno raccolto la denuncia del commerciante e di altre due famiglie prese di mira dai ladri nella notte tra martedì e mercoledì tra i Colli e la stazione. Una banda che tra le tre e le cinque di notte, a viso scoperto, senza armi e con la prepotenza di chi non teme di essere colto in flagrante è entrato in tre villette e con i proprietari dentro che dormivano ha fatto razzìa di quanto ha potuto.

«Non avrei mai pensato di svegliarmi con uno sconosciuto in camera da letto», riprende il 44enne, «dai rumori, nel sonno ho pensato che fosse qualcuno di famiglia che si era svegliato. Invece ho visto quell’uomo, non giovanissimo e istintivamente ho cercato di fermarlo, c’è stata una colluttazione, ma sono comunque riusciti a scappare con soldi e gioielli». Un bottino che si aggirerebbe sui 30-40mila euro tra oro, qualche brillante, un rolex e altri orologi, oltre a 3-400 euro in contanti. «Tutto quello che avevamo», va avanti, «roba trovata per casa e che hanno arraffato come hanno potuto», racconta il 44enne con la consapevolezza di chi sa di aver rischiato ben oltre i sette giorni di prognosi che gli hanno refertato in ospedale per le ferite al viso e le contusioni a gomito e ginocchio.

«Ho rischiato e sono stato fortunato, ma in quei momenti non pensi a cosa fare. Anche mia moglie è corsa con me sotto all’ingresso per cercare di bloccare quei tre che invece sono riusciti a fuggire. Ma tornando indietro forse seguirei il consiglio che mi hanno dato i carabinieri, di chiamarli immediatamente in modo da provare a farglieli prendere sul fatto».

«Siamo tranquilli», conclude l’uomo, «anche se sappiamo che può risuccedere. Gli stessi carabinieri ci hanno detto che sono cose che capitano spesso, ma c’è poco da fare, perché loro hanno sempre meno mezzi e in giro c’è sempre più delinquenza. Io non sono di Pescara», conclude, «ma negli ultimi cinque anni ho assistito a un peggioramento della città incredibile, a cominciare dalla vivibilità in generale. Sono un commerciante, facciamo i salti mortali per andare avanti, per pagare tutto quello che c’è da pagare e restare in piedi e poi arrivano questi che entrano a casa tua e ti portano via quello che vogliono. Adesso è chiaro che ci riorganizzeremo, metterò un sistema di allarme, che magari funziona come deterrente, ma c’è poco da fare. Il problema è che non c’è più una politica di governo e queste persone sanno di avere vita facile qui in Italia».

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