BUSSI

Ricostruzione, sequestrati case e garage

Salgono a 15 gli indagati per gli appalti privati degli aggregati: scattano i sigilli a tre immobili del tecnico Di Carlo a Pescara e Silvi

BUSSI. Nuovi indagati, altri reati contestati e sequestrati due appartamenti e un garage per quasi 300 mila euro. L’inchiesta sulla ricostruzione a Bussi e a Bugnara non è chiusa e segna un passo in avanti inaspettato. Dopo i 7 arresti del 14 ottobre scorso, si allunga la lista delle presunte irregolarità scoperte dai carabinieri forestali coordinati dalle pm Annarita Mantini e Mirvana Di Serio: per corruzione insiemeall’architetto Emilio Di Carlo, 54 anni di Bussi, difeso dall’avvocato Marco Spagnuolo, ora è indagato un tecnico di Roma, Antonio Angelini, 33 anni. E proprio a Di Carlo sono state sequestrate quote degli immobili a Pescara per un valore di 163 mila euro (appartamento e garage) e a Silvi per 127 mila (appartamento). Sotto accusa è finito il pagamento di una serie di parcelle per i progetti degli aggregati, cioè la ricostruzione privata di Bussi.

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Sono accusati di falso i tecnici Franco Colella, 64 anni di Popoli, Marino Giangiulio, 57 anni di Bussi, Franco Di Carlo, 51 anni di Bussi, e Roberto Di Tommaso, 65 anni di Bussi. Secondo gli inquirenti, i tecnici avrebbero firmato «falsamente» i progetti di «alcuni aggregati» perché «tutta l’attività tecnica, compresa l’elaborazione e la redazione materiale degli elaborati» sarebbe stata predisposta dai soggetti incaricati dal Consorzio Ges.Com, e cioè la ditta dell’imprenditori Stefano Roscini, 49 anni di Assisi, quasi un asso pigliatutto con 29 appalti vinti su 39. Lo stesso Roscini, poi, finito anche ai domiciliari, ha raccontato tanto agli investigatori nell’interrogatorio di garanzia e ci sono anche le sue dichiarazioni alla base degli ultimi sviluppi a distanza di oltre 5 mesi.

Sotto accusa anche un tecnico di Sulmona, Gianni Giorgi, 67 anni: gli inquirenti contestano irregolarità nei lavori eseguiti a casa di Angelo Melchiorre, principale indagato nel procedimento, ex capo dell’Ufficio per la ricostruzione numero 5. Secondo l’accusa, Giorgi e Melchiorre «attestavano falsamente nella segnalazione certificata di inizio attività del 29 novembre 2011 che i lavori sarebbero stati effettuati in economia, occultando il fatto che questi fossero stati effettuati dalla ditta Home fpa incaricata da Roscini, nonché nella relazione illustrativa del 29 novembre 2011 affermavano che i lavori sarebbero iniziati dopo la presentazione della segnalazione di inizio attività, in realtà tali lavori erano già stati eseguiti in precedenza».

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Ruota intorno a Melchiorre anche un presunto caso di corruzione con sostituzione di persona: spacciandosi per un altro tecnico, Antonio Ciccarini, 54 anni, di Chieti, avrebbe intascato una tangente da 10 mila euro, pagata in due parti dopo due pranzi al ristorante, per pilotare la gara d’appalto della ricostruzione della scuola di Bugnara. Stesso reato è contestato anche a Melchiorre. Per l’accusa, Melchiorre avrebbe presentato Ciccarini a un imprenditore come tecnico in grado di orientare l’appalto: per questo l’imprenditore avrebbe pagato le mazzette e, ad appalto aggiudicato, ne avrebbe versate ancora pari a circa 130 mila euro.

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