Rigopiano, gaffe sui libri di scuola: «Trenta morti, è stato il terremoto» 

Un testo di geografia destinato agli studenti delle medie manda su tutte le furie i parenti delle vittime. Lettera al ministro Bussetti: «Sentenze infondate, c’è un processo in corso». E la casa editrice si scusa

PESCARA. Un libro di scuola media, edito dalla Paravia gruppo Pearson, con due macroscopici errori sulla tragedia di Rigopiano, fa indignare le famiglie delle vittime e scatena la polemica. E il caso finisce all’attenzione del ministro dell’Istruzione Marco Bussetti. Sul testo di geografia “PensoGeo”, nella sezione sui “Terremoti dell’Appennino”, è stato infatti riportato, in riferimento alla tragedia, che «Il terremoto ha provocato una slavina a Farindola (nel Pescarese) che ha travolto un albergo causando 30 vittime».

GLI ERRORI. Due errori evidenti: la certezza del nesso causa-effetto tra terremoto e valanga, e il numero dei morti (29 e non 30). I parenti delle vittime - dopo aver appreso del testo scritto nella primavera di due anni fa - hanno pertanto deciso di interpellare il ministro dell’Istruzione, oltre che di diffidare la casa editrice. Poche righe, due grossi errori, e l’ennesima pugnalata al cuore per i parenti delle 29 vittime. C’è rabbia e amarezza per chi il dramma di Rigopiano continua viverlo ogni giorno, per chi da quale 18 gennaio 2017 non ha più accanto un figlio, un padre, una madre, un fratello. La convinzione è dunque che si debba andare avanti per loro, per difendere i propri angeli volati in cielo. «Abbiamo diffidato la casa editrice a porre rimedio a questo increscioso, e facciamo finta di crederci, grossolano errore di mera stampa. Abbiamo altresì informato i ministri della Giustizia e della Pubblica istruzione del caso. Non ci fermeremo dinanzi a nulla. Hanno chiuso 29 bocche, ma ne hanno aperte tantissime altre», commenta il presidente del comitato vittime, Gianluca Tanda, che a Rigopiano ha perso il fratello Marco e la fidanzata di lui Jessica Tinari.

15MILA COPIE. Di copie sbagliate del testo “PensoGeo” sulla vicenda Rigopiano ne sono state stampate circa 15mila e vanno in giro sui banchi di scuola dallo scorso anno.
«La pubblicazione», scrive il legale del comitato al ministro Bussetti, Niccolò Baldassarre, «ha urtato la sensibilità dei familiari delle vittime e dei superstiti, in quanto, facendo passare il concetto di evento imprevedibile, muove esattamente nella direzione opposta rispetto al loro agire che mira a dimostrare come, attraverso una corretta attività di prevenzione e formazione nonché migliore gestione dell'emergenza, la strage del 18 gennaio 2017 avrebbe ben potuto evitarsi».

NESSUNA PROVA. «Nel testo», continua la lettera indirizzata al ministro, «viene dato per assodato il terremoto quale causa della valanga quando, in realtà, sono ancora in corso accertamenti giudiziari e comincerà a breve il processo per stabilire, nelle competenti sedi, tutta la verità sulla tragedia di Rigopiano. Non è pertanto accettabile che senza prove certe un libro di testo – che dovrebbe fornire agli alunni informazioni oggettive tali da stimolare la loro capacità critica – emetta vere e proprie sentenze, azzardate, indimostrate e dunque infondate, senza neppure prendere in esame altre e più accreditate tesi. A ciò si aggiunge che il testo sarà adottato anche da minori, parenti di vittime della tragedia, i quali si troveranno a leggere dati e notizie in contrasto con quanto rappresentato da altra parte della comunità scientifica, nonché con la battaglia che portano avanti i loro cari ed eventualmente anche in contrasto con quelle che saranno le risultanze degli accertamenti giudiziari». Il comitato ha dunque chiesto al ministro di intervenire affinché «non venga perpetrata la diffusione di false informazioni in danno dei parenti e dei superstiti della strage di Rigopiano e in spregio alla corretta formazione culturale dei giovani studenti».

SPECULAZIONI. «La scuola pubblica», chiarisce inoltre il comitato in un post sulla propria pagina Facebook (Rigopiano in attesa del Fiore), «deve essere la prima fabbrica della società che deve produrre una materia indispensabile per la formazione del paese e della società civile: la legalità. Non permetteremo a nessuno di speculare e di schierarsi verso taluni per scopi puramente economico/mediatici. Non ci siamo fermati e non ci fermeremo dinnanzi a nulla, non sarà di certo un testo scolastico a intimorirci o a indurci a farci scoprire una realtà diversa da ciò che invece abbiamo tenacemente appreso in due anni di battaglie», scrivono dal Comitato.
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