Rigopiano, Honorati: il giorno prima strada transitabile 

Il comandante della polizia provinciale davanti ai pm: con i miei 5 uomini ho lavorato al meglio fin dove possibile

PESCARA. «Il giorno prima della tragedia la strada per Rigopiano era transitabile, almeno fino all’ora in cui operavano i mezzi spazzaneve. Poi sono accadute altre cose di cui tutti sono a conoscenza». Così il comandante della polizia provinciale, Giulio Honorati, ha sintetizzato il suo interrogatorio davanti al procuratore Massimiliano Serpi e al sostituto Andrea Papalia che indagano sulla tragedia dell’hotel Rigopiano dove persero al vita 29 persone per il crollo dell’hotel spazzato via da una valanga il 18 gennaio 2017. «Ho esposto i ruoli e le competenze mie e dei miei uomini e della polizia provinciale», ha aggiunto Honorati.
«Di quella grande nevicata del giorno prima ne sono venuto a conoscenza nella giornata del 18. E comunque posso dire che abbiamo operato tutti i giorni per il monitoraggio del territorio in collaborazione con il settore tecnico della viabilità della Provincia. So di aver lavorato con i miei pochissimi uomini, parliamo di sole cinque unità, nel migliore dei modi fin dove era possibile». L’avvocato Vincenzo Di Girolamo, che ha assistito nell’interrogatorio Honorati insieme al collega Marco Pellegrini ha aggiunto: «Il trasferimento delle competenze legato alla legge Delrio penso sia un aspetto oggettivo e come tale viene presentato anche in importanti atti del fascicolo processuale. Quindi che la polizia provinciale non avesse più competenze in materia di protezione civile credo sia un punto fermo della stessa inchiesta. Se poi con l’interrogatorio di oggi siamo riusciti a chiarire tutto, in maniera tale da consentire al comandante Honorati di definire la sua posizione processuale già in questa fase, ovviamente è questione che appureremo nei prossimi giorni».
Dopo la rinuncia all’interrogatorio da parte dell’ex prefetto Francesco Provolo, per concludere il giro di interrogatori degli indagati che lo hanno chiesto dopo la notifica dell’avviso di conclusione delle indagini, bisognerà attendere il 14 gennaio, data in cui sarà ascoltato l’ex sindaco di Farindola, Antonio De Vico. Solo dopo, i magistrati potranno decidere il da farsi per definire il procedimento con l’unico passaggio che manca: la richiesta di rinvio a giudizio.
Non è escluso che, proprio in base a quanto dichiarato dagli indagati ascoltati in questa tre giorni, i magistrati possano chiedere ai carabinieri forestali (che in questa complessa vicenda hanno svolto un ruolo investigativo di primo piano) qualche supplemento di indagine. Una possibile attività che però non dovrebbe incidere più di tanto sull’impianto accusatorio. I tempi per giungere a questa conclusione, e quindi alla richiesta di processo per gli attuali 24 indagati (25 se si conta anche la società Gran Sasso Resort come persona giuridica) non sono ancora ipotizzabili. Peraltro, c’è in corso un procedimento parallelo, quello sui prefettizi indagati per frode processuale e depistaggio, che potrebbe finire per viaggiare insieme. Ma in questo caso bisognerà attendere la notifica ai sette indagati dell’avviso di garanzia, con contestuale invito a rendere interrogatorio: probabilmente il 17 gennaio.
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