Rigopiano, il dramma di chi ha perso il lavoro

Il sindaco di Farindola si schiera con camerieri, cuochi e addetti: "Chiederemo la cassa integrazione in deroga alla Regione per i 21 dipendenti scampati alla tragedia dell'albergo distrutto. Hanno perso compagni, amici e posto di lavoro"

PESCARA. «Chiederemo la cassa integrazione in deroga alla Regione per i 21 dipendenti dell'hotel Rigopiano che non sono stati coinvolti dalla tragedia del 18 gennaio: la situazione è disperata per loro, che hanno perso tutto, compagni, amici e posto di lavoro». Lo dice all'Ansa il sindaco di Farindola Ilario Lacchetta che oggi ha incontrato i lavoratori della società che gestiva l'albergo devastato dalla valanga.

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«Si tratta di cuochi, camerieri, addetti vari, più gli stagionali, e faccio appello agli imprenditori della zona perchè li aiutino con un lavoro - prosegue il sindaco - sono senza energie, quasi rassegnati, dentro ad un vuoto, non riescono ancora bene a metabolizzare quanto è successo. Lo stipendio di gennaio è forse l'ultimo che prenderanno e quindi chiederò alla Regione di aiutarli. Questo per noi è ancora il tempo del dolore. La settimana prossima - spiega - faremo un consiglio straordinario al quale inviteremo i parlamentari abruzzesi perchè ci aiutino a entrare nel cratere sismico e dell'emergenza meteo, se no Farindola da sola non ce la fa».

Della tragedia di Rigopiano, ha parlato anche il presidente della Regione Luciano D'Alfonso durante la trasmissione La radio ne parla di Rai Radio 1: «C'è una Regione (l'Abruzzo) che ha sofferto questo dolore e ha conosciuto il dramma di questa vicenda, che è però capace di promuovere sé stessa attraverso anche una idonea collocazione turistica. Noi abbiamo punti di grande forza in corrispondenza delle nostre montagne e adesso la montagna abruzzese, che è pari a 700 mila ettari di territorio, non significa soltanto dolore, neve ingestibile e perdita della vita. Purtroppo questo c'è stato - ha aggiunto D'Alfonso rispondendo ad una domanda - le autorità giudiziarie hanno il compito adesso di ricercare le responsabilità, ma c'è una regione che ha una grande forza su questo fronte con degli spazi di attrazione turistica assolutamente meritevoli».

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Come già anticipato dal "Centro", il governatore ha ribadito che la mappa delle valanghe prevedibili in Abruzzo sarà disponibile entro il 2018: «Un conto è il catasto storico delle valanghe di cui la Regione si è dotata nel 2014 - ha spiegato D'Alfonso - un conto è la mappa delle valanghe prevedibili, che si nutre del catasto storico. Quando la Regione si è dotata del catasto storico delle valanghe ha cominciato a sagomare tratti di montagna abruzzese, a partire dai tratti preferiti con maggiore ripetitività storica di valanghe e oggi noi abbiamo una percentuale pari al 20% già conosciuta, un'altra percentuale pari al 20% ce l'avremo di qui a qualche mese e contiamo nel 2018 di avere tutto il patrimonio di montagna abruzzese con caratteristiche di altitudini, di pendenze, di pericolosità diagnosticato adeguatamente». «Tenga conto - ha sottolineato - che tra le attività contrattuali, scelta del contraente che realizza questa attività conoscitiva circa le prevedibilità future e l'attività vera e propria tecnica, si impiegano dodici mesi per ogni porzione. Quello che io sto riferendo è il frutto puntuale di ciò che i servizi tecnici hanno descritto e credo anche asseverato davanti all'interrogatorio dell'autorità giudiziaria».