Rigopiano, in arrivo nuovi indagati

Gli avvocati dei familiari delle vittime dopo l'incontro con i magistrati. La lunga giornata sotto la Procura: dalla protesta alle rinnovate accuse di Feniello (VEDI la fotogallery di G.Lattanzio)

PESCARA. «I magistrati ritengono che, probabilmente, possono esserci altri soggetti che possono essere indagati, ma occorrerà completare la lettura della consulenza tecnica e poi prenderanno le loro decisioni». Lo ha detto, secondo l'Ansa, l'avvocato Romolo Reboa al termine dell'incontro che si è svolto nel Palazzo di Giustizia tra i legali dei familiari delle vittime dell'Hotel Rigopiano, il procuratore capo della Repubblica di Pescara Massimiliano Serpi e il sostituto procuratore Andrea Papalia, per fare il punto della situazione sullo stato delle indagini. L'incontro è durato circa 40 minuti.

L'AVVOCATO.«Abbiamo avuto l'informazione che è stata depositata la perizia, una consulenza tecnica di 1.200 pagine - prosegue Reboa, che insieme ai legali Roberta Verginelli, Maurizio Sangermano e Gabriele Germano assiste il superstite Giampaolo Matrone e i familiari di Valentina Cicioni, Marco Tanda e Jessica Tinari, tre delle 29 vittime del disastro - e il procuratore ci ha detto che entro un anno dalla tragedia, avvenuta il 18 gennaio scorso, l'indagine dovrebbe essere chiusa. Serpi è un procuratore vecchio stampo, molto attento alle garanzie degli indagati e anche per questo intende ascoltare gli indagati prima dell'avviso di conclusione delle indagini - fa sapere l'avvocato - Questa è una garanzia anche per noi, perché significa che il processo difficilmente potrà essere inquinato con ricorsi in Cassazione e altri ricorsi beffa». Reboa spiega inoltre che «il procuratore non ha autorizzato l'accesso agli atti, che ci avrebbe consentito di anticipare iniziative a tutela dei nostri assistiti in sede civile», ma afferma di ritenersi «comunque molto soddisfatto per l'esito dell'incontro».

GLI INDAGATI. Nell'inchiesta, con le accuse di omicidio e lesioni colpose e rimozione o omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro, sono indagati il sindaco di Farindola (Pescara) Ilario Lacchetta, il tecnico comunale Enrico Colangeli, il presidente della Provincia di Pescara Antonio Di Marco, il gestore dell'albergo, amministratore e legale responsabile della società Gran Sasso Resort & Spa, Bruno Di Tommaso, il dirigente della Provincia Paolo D'Incecco e il responsabile del servizio viabilità Mauro Di Blasio.

LA PROTESTA. La giornata era comunque nata con la protesta sotto la Procura da parte del"Comitato vittime di Rigopiano", per chiedere «risposte» e «giustizia», a nove mesi dalla tragedia che li ha colpiti. «Sarà impossibile fare pace con le istituzioni, perché sappiamo tutti che non è stata colpa della natura, ma di un errore umano, a partire dalla centralinista che ha risposto alle prime richieste di aiuto per arrivare a chi governa questa regione e questo Paese», ha detto Gianluca Tanda, del «Comitato vittime di Rigopiano», nel corso della manifestazione. Molti i familiari delle vittime che indossano magliette bianche con le scritte "29 angeli" e "Hotel Rigopiano". Esposti inoltre diversi striscioni, tra i quali uno che recita: "I nostri angeli meritano giustizia. Noi la chiediamo per loro". «Qui si giustificano con i tagli - ha proseguito Tanda -. Ma se non hai i soldi chiudi la strada e fai andare via le persone dall'albergo». Tanda ha detto che il «Comitato si aspetta risposte, visto che la situazione è la stessa di nove mesi fa e non ci sono stati rapporti con le istituzioni».

LE ACCUSE DEL PAPA'. Alessio Feniello, padre di una delle vittime dell'Hotel Rigopiano di Farindola, ha partecipato al sit-in di protesta che i familiari delle persone coinvolte nella tragedia hanno tenuto davanti alla Procura di Pescara. «La lista dei sei indagati non esaurisce i responsabili, ce ne mancano una ventina - ha detto l'uomo -. Pretendo e chiedo che le indagini inizino almeno a partire almeno dal 2006 e a partire da un personaggio di Farindola, amico dei politici dell'Abruzzo, che a me però non fa paura». Poi Feniello ha aggiunto che «è giusto che oggi siamo qui a combattere insieme questa battaglia, perchè tutti abbiamo perso dei cari a causa di questa negligenza e di questi personaggi inutili».