L'incontro al palazzo di giustizia di Pescara tra i magistrati e il comitato Vittime di Rigopiano

PESCARA

Rigopiano, indagine chiusa entro il 18 novembre

Il comitato Vittime ai magistrati: la prescrizione è il nostro incubo 

PESCARA. Saranno chiuse entro il 18 novembre le indagini sul disastro dell'Hotel Rigopiano di Farindola (Pescara), che il 18 gennaio 2017 fu travolto da una valanga e dove trovarono la morte 29 persone. È quanto hanno lasciato intendere i magistrati titolari dell'inchiesta, nel corso dell'incontro che si è tenuto oggi pomeriggio, nel palazzo di giustizia di Pescara, tra il procuratore capo, Massimiliano Serpi, il sostituto Andrea Papalia e 23 familiari delle vittime. «È stato un incontro sereno, è la terza volta che veniamo qui e questa volta usciamo ancora più fiduciosi delle altre volte» ha detto Gianluca Tanda, del comitato Vittime di Rigopiano, «siamo ormai in dirittura d'arrivo». Tanda ha spiegato che, nel corso dell'incontro, sono state chieste delucidazioni sulle ultime inchieste giornalistiche. «I magistrati ci hanno assicurato che quanto emerso era già stato preso in considerazione da tempo. D'altronde, recentemente, abbiamo appreso che c'erano degli elicotteri che potevano alzarsi in volo sia dopo che prima, che ci sono delle novità sui telefonini e sui messaggi, e che si sono tenute delle riunioni segrete» ha rimarcato il rappresentante del comitato. «Sembra inoltre che qualcuno, dall'interno, abbia chiesto aiuto non solo alle istituzioni locali, ma anche alla protezione civile e soprattutto al Coc di Penne, e noi vogliamo sapere se tutto questo è vero ed essere certi che sia stato preso in considerazione». Espressa anche quella che è la maggiore preoccupazione del comitato Vittime. «Abbiamo detto ai magistrati che la prescrizione è il nostro più grande incubo e che non può mandarci a casa dopo tanti anni di battaglie», prosegue Tanda.  I partecipanti all'incontro hanno esposto immagini dei propri cari scomparsi all'Hotel Rigopiano, uno striscione con le foto delle vittime e la scritta «Mai più», recante la data della tragedia. «Abbiamo incontrato più volte il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, che sta lavorando molto su questa tema e, insieme al comitato nazionale Vittime, gli abbiamo consegnato un documento. Quel che è certo» chiosa Tanda «è che non possiamo sentirci dire "mi dispiace, il reato è prescritto e quindi non ci sono colpevoli"».